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Madonna di Trevignano, news su Gisella Cardia

“Terrorizzava anziani e disabili per soldi”: perché la procura vuole processare la santona di Trevignano

Gisella Cardia e suo marito Gianni indagati per truffa aggravata in concorso per la Procura si sono approfittati della fragilità di anziani e disabili, terrorizzandoli con pericoli insesistenti. Gli oltre 365mila euro donati dai fedeli “non risultano destinati a opere benefiche”.
A cura di Alessia Rabbai
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Sarebbero di oltre 365mila euro le donazioni volontarie fatte dai fedeli all'associazione Madonna di Trevignano Ets, che fa capo a Gianni, il marito di Maria Giuseppa Scarpulla, meglio nota come Gisella Cardia. I coniugi vanno verso il processo per truffa aggravata in concorso per la vicenda che riguarda le false apparizioni della Madonna e lacrimazioni della statuetta e un sospetto giro di donazioni. La Procura della Repubblica di Civitavecchia sta per depositare la richiesta di rinvio a giudizio, nei giorni scorsi è stato notificato ai difensori l'atto di chiusura delle indagini.

Le donazioni dei fedeli "non destinate a opere benefiche"

Nell'atto di chiusura delle indagini è messo nero su bianco come secondo la Procura di Civitavecchia, che ha indagato sul caso, le donazioni volontarie fatte dai fedeli tra il 20218 e il 2023 ammontano a oltre 365mila euro. Denaro versato all'associzione con l'intenzione di essere d'aiuto alle persone bisognose. Tuttavia questa somma "non risulta destinata a opere benefiche".

Gisella Cardia "si è approfittata della fragilità delle persone"

Per la Procura i due indagati generavano nei fedeli "il timore di un pericolo immaginario, per indurli a effettuare elargizioni" ossia a dare soldi. Non solo, nel farlo, si approfittavano di persone "affette da infermità fisiche e di condizioni di fragilità psichica". Il tutto sarebbe avvenuto creando ad hoc circostanze paranormali, come apparizioni mariane, successivamente dichiarate false dalla Chiesa cattolica, statuette lacrimanti e scritte in aramaico.

Ciò avveniva in un clima di terrore, in quanto alcuni dei fantomatici "messaggi celesti rivelati" minacciavano imminenti sciagure e catastrofi. Tra gli ex fedeli che hanno fatto donazioni ci sono Luigi Avella, che ha versato per l'associazione 92mila euro e sua moglie Francesca Pepe, che ha donato 30mila euro, accreditati direttamente sul conto personale di Gianni Cardia.

"Artifizi e raggiri per spingere i fedeli a donare"

Per la Procura dunque i coniugi Cardia hanno agito "con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, al fine di trarre l'ingiusto profitto, costituito sia dalla raccolta di denaro dai fedeli, sia dall'acquisizione di una forte visibilità mediatica, con artifizi e raggiri". Arrivata la notifica dell'atto di chiusura delle indagini, ora si attendono i tempi necessari per la richiesta di rivio a giudizio, che dovrà essere depositata entro un mese. Poi spetterà al giudice dell'udienza preliminare esprimersi sul rinvio.

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