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Vuole suicidarsi a 17 anni, il carabiniere che lo ha salvato: “Gli ho parlato come un padre, cercavo di aiutarlo”

Si chiama Giuseppe Di Fazio il brigadiere capo che nei giorni scorsi ha salvato la vita a un ragazzo di 17 anni che voleva lanciarsi sotto a un treno. Le sue parole a Fanpage.it.
A cura di Beatrice Tominic
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Il brigadiere capo Giuseppe Di Fazio.
Il brigadiere capo Giuseppe Di Fazio.

"L'ho sentito dalla voce: si capiva subito che era un ragazzo giovane. E allora ho fatto di tutto per farlo desistere". A parlare a Fanpage.it è il brigadiere capo Giuseppe Di Fazio, il carabiniere che nei giorni scorsi ha salvato la vita a un adolescente che aveva minacciato di suicidarsi sotto a un treno alla stazione di Colleferro, vicino Roma. Al servizio dell'Arma da 39 anni, durante i quali ha lavorato in strada, da qualche mese lavora come operatore al centralino.

"È arrivata al 112 la richiesta d'aiuto di un giovane che voleva suicidarsi. Era alla stazione di Colleferro, si sarebbe lanciato sotto un treno. Il numero di emergenza unico me l'ha passata subito, io ero l'operatore di turno qui a Colleferro – spiega Di Fazio – Non appena ho agganciato la telefonata ho capito subito che si trattava di un ragazzo giovane dalla sua voce. Così ho iniziato a parlare con lui".

Di Fazio ha iniziato a instaurare con lui un rapporto di fiducia, facendo in modo che desistesse dall'intento di togliersi la vita. "Avevo compreso che la situazione era grave. Ho iniziato a fare domande per cercare di conoscerlo meglio, mi raccontava chi era, cosa faceva nella vita, mi ha parlato della scuola. Ho cercato soprattutto di rassicurarlo – ricorda il brigadiere – Ci sono stati momenti in cui ci sono state delle pause nella conversazione, in quei momenti cercavo di di spronarlo. Gli dicevo di continuare a parlare con me, tranquillizzandolo sempre. Mi ha parlato della situazione familiare, diceva che era stanco e che voleva farla finita".

Il giovane ha raccontato di aver avuto dei problemi familiari. "Ma io gliel'ho detto: Con i tuoi genitori ci parliamo noi, si sistema tutto. Hai una vita davanti a te, potrai fare mille cose. Nel frattempo ho fatto sempre attenzione a non contraddirlo mai".

Non un compito facile quello del brigadiere che, minuto dopo minuto, è riuscito a tenerlo al cellulare, evitando il peggio. "Io trovo la forza, il prossimo treno che passa, mi butto sotto", diceva nel frattempo il giovane. "In quei momenti alla figura del carabiniere si è affiancata quella dell'uomo e del papà. E anche io ho iniziato a raccontargli un po' di me – continua a raccontare Di Fazio – Gli ho detto che ho una figlia della sua età. Mi aveva detto che sa cucinare. Gli ho detto che anche a me piace farlo, che poteva darmi dei consigli. Così siamo tornati in linea. E a quel punto ho iniziato a cercare di carpire, senza allarmarlo, come fosse vestito e la sua posizione esatta. Nel frattempo facevo ascoltare la conversazione alle gazzelle in arrivo che stavano raggiungendo la stazione per intervenire".

Il giovane si trovava al binario 2. All'ascolto tutto questo non è sfuggito alle pattuglie in arrivo. "C'è stato un rapido intervento. Una volta che l'hanno individuato, i colleghi si sono avvicinati. Sapevano che il giovane era in una condizione che potremmo definire di alterazione emotiva. Io ero ancora al telefono con lui, poi mi hanno rassicurato e detto che l'avevano in custodia praticamente".

Saperlo in salvo per il brigadiere capo è stata una vittoria. "Mi sono trovato davanti situazioni simili, ma mai con persone così giovani – precisa – Ci sono stati episodi che mi hanno segnato molto profondamente nella mia vita e nel mio lavoro, che non dimenticherò mai. Ma fortunatamente posso ricordare questa vicenda sapendo di essere riuscito a salvare la vita del giovane", sottolinea a Fanpage.it.

E poi aggiunge: "Se potessi gli direi che io sono a Colleferro. Che ci lavoro e ci abito. E quando vuole venire a trovarmi mi farà felice. Se avrà bisogno di parlare, io ci sarò per lui – continua – Mi auguro che veramente risolva i problemi, che continui la scuola e che possa coronare i suoi sogni. Magari diventerà chef, come Cannavacciuolo, è il primo che mi è venuto in mente".

Non è stato un compito semplice, il suo. "Nel momento in cui si diventa carabinieri c'è un minimo di formazione, ma onestamente è l'esperienza sul campo che conta in queste circostanze". Di Fazio lavora da 39 anni come militare in strada, è arrivato in ufficio come operatore da qualche mese. Fino a qualche tempo fa era attivo sul territorio e conosce bene le dinamiche legate ad esso. Forse è anche per questo che, dalla posizione di operatore, è riuscito a immedesimarsi nei colleghi che stavano raggiungendo il giovane in stazione, contribuendo all'identificazione del giovane anche a distanza coordinandosi con le pattuglie in arrivo.

"Il ragazzo è stato fortunato perché non poteva trovare un operatore migliore. Di Fazio ha una formazione prevalentemente operativa, quella della strada: non soltanto parlava con il ragazzo, ma ha messo in vivavoce la chiamata per farla sentire alla pattuglia in arrivo, facendo capire che la situazione era grave – interviene il capitano Vittorio T. De Lisa della Compagnia di Colleferro – È stato un gran lavoro di squadra. Io sono veramente molto emozionato, sono orgoglioso di avere il brigadiere Di Fazio e i colleghi intervenuti sul posto alle dipendenze. È stato un lavoro di squadra che viene dal basso, dalla centrale intesa come organo di coordinamento che viene rappresentata dal comandante della compagnia, ma stavolta è tutto merito dei ragazzi e del brigadiere Di Fazio", conclude poi.

"Quale suggerimento vorrei dare ai giovani che iniziano a lavorare adesso come carabinieri? Sicuramente di fare tesoro delle persone più grandi. Lo dico perché ci sono passato: quando sono arrivato in una piccola stazione in provincia di Foggia, ho trovato un appuntato che è stato veramente un secondo padre e un maestro – spiega Di Fazio –  Oggi a volte c'è un po' di presunzione nei giovani, ma non perché siano cattivi. Guardare chi ha i capelli bianchi può essere utile, ché magari qualcosa in più ha visto o fatto, con umiltà ed educazione. In una situazione di questo genere, come quella dei giorni scorsi, invece, il consiglio è solo uno: non farsi prendere dal panico, perché in realtà si rischia di fare del male alle persone. E magari poi lo fai pure a te stesso".

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