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Tagliano le orecchie ai cani per vincere alle gare: cinque condanne e multa da 40mila euro

Il Tribunale di Roma ha condannato 5 persone a pagare 40mila euro. Uno degli imputati ha ricevuto anche 6 mesi di reclusione, mentre l’allevatore 3 mesi di sospensione dell’attività.
A cura di Alessia Rabbai
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Cinque condanne per mutilazioni estetiche inflitte ai cani, per partecipare alle gare e vincere. Questa la decisione del Tribunale di Roma che ha emesso la sentenza di condanna nei confronti di cinque proprietari di cani, tra i quali un allevatore. Condanne che ammontano al pagamento complessivo di 40mila euro di multa, 10mila ciscuno. Uno degli imputati dovrà anche scontare sei mesi di reclusione. L'allevatore è stato condannato inoltre a tre mesi di sospensione dell’attività. Il giudice ha disposto la confisca degli animali. In sei anni Oipa ha portato a processo circa settanta proprietari di cani e veterinari per i reati di maltrattamento di animali, falso ideologico, utilizzo di atto falso e concorso.

Dura la critica di Oipa: "Le Federazioni nazionali ed internazionali per la cinofilia dovrebbero assumere posizioni più severe ed escludere dalle manifestazioni cani mutilati e gli Ordini dei medici veterinari dovrebbero essere meno indulgenti nei confronti dei propri iscritti – commenta il coordinatore delle guardie zoofile di Roma e provincia Claudio Locuratolo – Auspichiamo che la prevenzione e la repressione pongano fine a questa pratica incivile e fuorilegge".

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La vicenda è venuta alla luce dalla denuncia delle guardie zoofile dell'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ed è finita davanti al giudice in Tribunale. L'accusa nei confronti dei proprietari dei cani e dell'allevatore è quella di aver fatto tagliare orecchie ai molossoidi, che partecipavano a un’esposizione canina. I fatti risalgono al 2016 e si sono verificati in via di Casal Boccone. Gli agenti dell’Oipa in quell'occasione hanno trovato cinque American Bulldog, un America Bully e un meticcio molossoide tutti con le orecchie tagliate, una pratica ancora diffusa tra chi possiede questi cani, ma vietata in Italia dal 2010.

Dagli accertamenti svolti è infatti emerso che i proprietari avevano certificati veterinari che attestavano ‘motivi di salute'. Certificati, alcuni rilasciati da strutture veterinaria in Serbia e in provincia di Napoli, che sono risultati falsi. "La cosiddetta conchectomia, come anche il taglio della coda ossia caudotomia, configura un maltrattamento punito dal codice penale all’art. 544 ter, che prevede fino a 18 mesi di reclusione o una multa fino a 30 mila euro – spiega Oipa – Le mutilazioni per fini estetici sono vietate anche dalla Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia di Strasburgo del 13 novembre 1987, ratificata dall’Italia con la legge n. 201/2010″.

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