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Strage di anziani a Lanuvio: l’impianto di riscaldamento controllato prima della tragedia

Sono in corso le indagini e le verifiche sull’impianto di riscaldamento gpl della casa alloggio Villa dei Diamanti di Lanuvio, che è stato controllato dieci giorni prima della tragedia del 16 gennaio scorso, nella quale sono morte tre anziane uccise dal monossido di carbonio. Il legale della responsabile della struttura: “Cruciale la sua chiamata tempestiva ai soccorsi”.
A cura di Alessia Rabbai
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L'impianto di riscaldamento gpl della casa alloggio Villa dei Diamanti a Lanuvio era stato controllato dieci giorni prima della strage del 16 gennaio scorso, in cui sono morte cinque anziane. Ed è proprio la sua manutenzione a essere ora nel mirino degli inquirenti, che indagano per ricostruire l'accaduto e risalire alle posizioni delle persone coinvolte. Della responsabile della struttura, Sabrina Monti e di chi si è occupato di verificare che l'impianto funzionasse correttamente. Le stanze in cui riposavano gli ospiti erano sature di monossido di carbonio, con valori pari a 600 ppm: livelli molto alti, che non hanno lasciato scampo alle cinque donne decedute a causa delle esalazioni. Altri cinque pazienti si trovano in ospedale, così come i due assistenti socio-sanitari trovati a loro volta svenuti nella struttura. Da quanto si apprende la prognosi è ancora riservata. Non si esclude che siano stati proprio i due operatori della casa di riposo a sentirsi male per primi, non riuscendo così a dare l'allarme e perdendo i sensi prima di poter avvertire gli anziani. Sul caso indagano i carabinieri della Compagnia di Velletri, coordinati dalla Procura. Chi comparirà nel registro degli indagati, che al momento non contiene ancora alcun nome, dovrà rispondere del reato di omicidio colposo plurimo. Nei prossimi giorni le persone risultate positive al tampone molecolare saranno trasferite in altre strutture adibite ai pazienti Covid.

Il legale della responsabile: "Cruciale la sua chiamata tempestiva ai soccorsi"

Gli investigatori hanno ascoltato la responsabile della casa alloggio in via Monte Giove Nuovo, insieme ad alcuni dipendenti. "La mia assistita la mattina in cui sono accaduti i drammatici fatti era in isolamento fiduciario, allarmata si è recata sul posto perché nessuno rispondeva al telefono dalla struttura e si è trovata davanti la terribile tragedia – spiega il legale di Sabrina Monti, Daniele Bocciolini, contattato da Fanpage.it – Ha constatato che l'operatore che si occupava del controllo era riverso a terra e ha avvisato subito il 112. Il suo pronto intervento ha reso possibile soccorrere gli altri intossicati, le cui condizioni di salute sarebbero inevitabilmente peggiorate con il passare delle ore ed è rimasta sul posto per tutto l'iter delle operazioni di primo soccorso, mentre i parenti degli ospiti chiamavano si stava interfacciando con i carabinieri". E ha aggiunto: "Sabrina è distrutta dal dolore per la perdita dei suoi ospiti che considerava davvero come nonni, un'attività la sua che svolge con cura e dedizione. Ha espresso tutta la sua solidarietà alle famiglie delle vittime, chiamandole una ad una e facendosi parte attiva".

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