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Stefania Camboni uccisa a Fregene, l’ipotesi del movente: “Accusava la nuora del furto del portafoglio”

Secondo l’autopsia, Stefania Camboni è stata raggiunta da più di venti coltellate nella villetta di Fregene. Arrestata la nuora, si indaga sul movente.
A cura di Beatrice Tominic
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A sinistra la nuora, a destra Stefania Camboni.
A sinistra la nuora, a destra Stefania Camboni.

Continuano le indagini sull'omicidio di Stefania Camboni, uccisa nella sua villetta di Fregene nella notte fra il 14 e il 15 maggio 2025. Per l'omicidio, ricostruito dalla Procura, è stata fermata la nuora, Giada Crescenzi, che viveva con lei insieme al compagno, figlio della vittima. Avrebbe approfittato del turno di lavoro dell'uomo per accoltellare la suocera, nella notte.  Ma è stata incastrata da alcune ricerche su internet su come avvelenare e come pulire il sangue da un materasso. "La ricerca sull’avvelenamento riguardava le piante, non le persone. E per il materasso intendevo le mestruazioni", ha dichiarato l'avvocata della difesa.

L'autopsia sul corpo di Stefania Camboni uccisa a Fregene

È in corso da questa mattina l'esame autoptico sul corpo di Stefania Camboni, la cinquantottenne uccisa a Fregene qualche notte fa, mentre si trovava a letto, nella sua villetta. Accusata dell'omicidio la nuora, Giada Crescenzi. Secondo quanto emerso dagli accertamenti, per ucciderla le si sarebbe scagliata contro con almeno una ventina di coltellate, di cui quattro alla gola e almeno una in pieno petto, dritta al cuore.

Stefania Camboni.
Stefania Camboni.

A disporre d'urgenza gli esami sul cadavere è stata la procura della Repubblica di Civitavecchia che sta coordinando le indagini dei carabinieri della stazione di Ostia. Da verificare, insieme al pool di consulenti, anche gli esami tossicologici: i militari non escludono che la donna possa essere stata narcotizzata la sera prima di andare a dormire, forse nel corso di quell'ultima cena insieme alla nuora e al figlio.

L'automobile abbandonata e con i finestrini abbassati.
L'automobile abbandonata e con i finestrini abbassati.

Il tentativo di depistaggio con la tentata rapina

Secondo i primi sopralluoghi dei carabinieri nel villino di via Agropoli di Fregene, nel comune di Fiumicino, oltre all'interno dell'abitazione sono stati effettuati dei rilievi anche all'esterno. L'automobile della donna, posteggiata abitualmente al lato della carreggiata, davanti all'ingresso, si trovava a qualche metro dalla casa, abbandonata fuori strada contro una recinzione e con un finestrino aperto. Poco distante L'ipotesi iniziale è che potesse essersi trattato di una rapina finita male anche se agli inquirenti è stato immediatamente chiaro che si trattasse di un depistaggio.

Giada Crescenzi, la nuora.
Giada Crescenzi, la nuora.

L'ipotesi di movente: forse legata al furto del portafoglio

Nel frattempo, dopo aver arrestato e trasferito nel carcere di Civitavecchia la nuora, continuano gli accertamenti per verificare il movente del delitto. Secondo prime ipotesi si sarebbe trattato di questioni legate all'eredità, ma appena qualche giorno fa Crescenzi aveva scritto un post su Facebook, in un gruppo di annunci per comprare e affittare case, lamentandosi della situazione critica che era costretta a vivere e proponendosi anche per soluzioni molto piccole, anche monolocale. "Ma dobbiamo andarcene, vi prego", scriveva.

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Secondo le ultime pista, invece, ci sarebbe proprio il furto del portafoglio, utilizzato come possibile depistaggio. Secondo l'agenzia LaPresse, l'omicidio potrebbe essere legato al furto del portafoglio avvenuto qualche giorno prima. Secondo gli inquirenti, la cinquantottenne potrebbe essersi accorta del furto del portafoglio e potrebbe averlo attribuito proprio alla nuora.

All'interno dell'oggetto non c'erano documenti, soltanto una cinquantina di euro in banconote di vario taglio. Anche di questo dovrà rispondere Crescenzi durante l'interrogatorio di garanzia previsto per lunedì mattina in carcere, difesa dall'avvocata Anna Maria Anselmi.

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