Stadio della Lazio al Flaminio, Caudo stronca il progetto: “Imbarazzante e contrario al buon senso”

"Un errore". Il consigliere di Roma Futura in Assemblea Capitolina Giovanni Caudo, urbanista e presidente della commissione Pnrr, boccia in maniera netta il progetto presentato dalla Lazio per far diventare lo stadio Flaminio la sua nuova casa. Una proposta che su due temi chiave come la mobilità e la conservazione della precedente struttura, continua Caudo, "non è credibile e fornisce soluzioni e argomentazioni che sono quasi imbarazzanti e tecnicamente improbabili".

Stadio Flaminio, il progetto della Lazio
Un giudizio severo su quanto presentato a marzo dal presidente biancoceleste Claudio Lotito in Campidoglio. Realizzato da Marco Casamonti, dello studio Archea Associati, il progetto da 400 milioni di euro prevede di rinnovare la struttura disegnata da Pier Luigi Nervi fino a raggiungere i 50mila spettatori e di non impattare in maniera negativa su un quartiere già alle prese con vari problemi di viabilità.
Il problema della mobilità, Caudo: "Soluzioni che sembrano uno scherzo"
"Come inserire un’infrastruttura che attira quasi 60mila utenti in un’area residenziale del centro della città?" si chiede Caudo. Flaminio ospita il MAXXI, l'Auditorium Parco della Musica, il Palazzetto dello Sport, oltre a vari centri sportivi. Infrastrutture che ogni giorno attirano centinaia di automobilisti. Numeri che si moltiplicano in occasione delle partite di calcio e non solo allo Stadio Olimpico, rendendo la vita dura ai residenti per quanto riguarda parcheggi, mobilità e caos.
Su questo tema, alcune argomentazioni del progetto vengono bollate come "così stridenti che si sente il fastidio come quando si graffia con le unghie su una lavagna". In particolare, Caudo contesta la linea per cui il 50% circa dei circa 50mila spettatori debba arrivare al nuovo Flaminio usando il trasporto pubblico. Un tifoso biancoceleste su due dovrebbe raggiungere lo stadio usando la metro, i tram o gli autobus. "Sembra una frase con la quale essere d’accordo – continua il consigliere capitolino – Se non fosse che da qui in avanti si enumerano una serie di soluzioni sulla mobilità che sembrano essere uno scherzo".
Il progetto, infatti, non cita nuove infrastrutture che dovrebbero aiutare negli spostamenti da e verso lo stadio, ma le stesse che sono, secondo Cauda, "già oggi ampiamente insufficienti per le ordinarie attività che si svolgono nel quartiere". Solo nel 2036 è prevista la costruzione del tratto T1 della linea metro C con la fermata Auditorium che dovrebbe sorgere a due passi dall'impianto sportivo.

Stadio Flaminio, le soluzioni per i parcheggi
Oggi i cittadini romani, in particolare quanti si recano allo stadio Olimpico, si muovono più che altro con mezzi privati e "non si capisce in virtù di quale evento gli utenti dovrebbero modificare la loro modalità di trasporto", prosegue Caudo. Il consigliere di Roma Futura è molto critico anche sul piano dei parcheggi contenuto nella documentazione presentata dalla SS Lazio al Campidoglio. Il calcolo è di 4419 posti auto, che dovrebbero servire circa il 25% degli spettatori. Sarebbero da realizzare 448 posti sotto il viadotto di corso Fancia, 436 a Piazza Mancini, in un parcheggio su due livelli, 1.970 nell’incrocio tra l’olimpica e via Flaminia. Da questi ultimi "è prevista una processione a piedi per arrivare al Flaminio" per cui è inserita anche la ricostruzione del Ponte Bailey davanti all'attuale sede dell'Enel su viale di Tor di Quinto.

I restanti 1900 posti circa sono identificati in quelli esistenti al Foro Italico, a Piazza Mancini e sotto il viadotto di corso Francia sul lungotevere Salvo D'Acquisto. Insomma, come oggi si parcheggia a Flaminio per andare a vedere la partita allo stadio Olimpico, così in futuro si parcheggerà all'Olimpico per andare allo stadio Flaminio. "Si omette ovviamente che già oggi quei parcheggi sono ampiamente insufficienti per le attività che si svolgono", continua Caudo. Non viene, inoltre, concepita la possibilità che si tengano eventi nei due stadi nella stessa giornata.

Una Ztl per il quartiere Flaminio
Per questo nuovo grande progetto si chiede anche un ulteriore sforzo al quartiere: una Ztl a partire da tre ore prima dell'evento per evitare di congestionare l'area. "Un intero quartiere sarà sequestrato – sottolinea il consigliere di Roma Futura – È utile ricordare che le partite e gli eventi non si terranno solo la domenica (in realtà a domeniche alterne visto che nell'impianto giocherebbe solo una squadra, ndr), ma, con lo stadio divenuto di proprietà della Lazio e con l’esigenza di sfruttarlo economicamente, ci saranno attività sempre anche durante la settimana".
Caudo: "Il vecchio Flaminio sarà cancellato"
La seconda dura accusa di Caudo sul progetto della Lazio, oltre alla viabilità del quartiere, riguarda la conservazione della struttura progettata da Nervi per le Olimpiadi del 1960 e posta sotto la tutela del ministero per i Beni e le Attività culturali. Il vecchio Flaminio, sostiene il consigliere, "sarà cancellato". L'intervento prevede di rimuovere la tettoia e di conservare la struttura degli spalti, che però sarebbe sovrastata da una costruzione leggera, in acciaio, per garantire il necessario ampliamento. "Non si può sostenere che la struttura attuale venga tutelata e valorizzata", scrive Caudo. I nuovi spalti sarebbero posizionati sopra quelli di Nervi, con la struttura che arriverebbe a 40 metri d'altezza contro gli attuali 17. Anche in estensione, si andrebbe a coprire un'area più grande di almeno 50 metri per lato.

L'utilità pubblica del nuovo stadio Flaminio
Non è solo il progetto in sé ad essere contestato dal consigliere capitolino, ma anche le modalità con cui la Lazio entrerebbe in possesso dell'area. La società di Claudio Lotito non punta a diventare proprietaria dello stadio Flaminio, ma a ottenerne la concessione dal comune di Roma Capitale per 99 anni. Niente di nuovo: anche la Juventus a Torino ha fatto lo stesso con l'area dove sorgeva il vecchio stadio Delle Alpi o dove ora c'è l'Allianz Arena, e lo stesso lo farà l'As Roma a Pietralata. Ma, contesta Caudo, "le società di calcio sono delle multinazionali e non sono società per azioni dei tifosi, è sbagliato quindi che il pubblico conceda aree o immobili come se si trattasse della squadra del quartiere". Il progetto come presentato dalla Lazio, sostiene ancora il consigliere, non porterebbe nessun beneficio pubblico al quartiere e richiede all'amministrazione comunale 24 milioni di euro di contributo.
"Una provocazione al buon senso", conclude Giovanni Caudo, che ci tiene a sottolineare che "la SS Lazio ha diritto ad avere uno stadio e ancora di più i tifosi della Lazio, ma questa proposta così come è costruita non è da prendere in considerazione. Per la valorizzazione e la salvaguardia del Flaminio servono altre ipotesi, più concrete e realistiche".