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Sistema San Michele, il Pd: “Centro di spartizione per FdI, gravissimo ciò che emerge nell’inchiesta di Fanpage”

Pd all’attacco dopo la pubblicazione dell’inchiesta di Fanpage.it sul “Sistema San Michele”, la seconda Azienda pubblica di servizi alla persona più grande d’Italia.
A cura di Beatrice Tominic
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All'indomani della pubblicazione dell'inchiesta di Fanpage.it sull'Istituto Romano San Michele, l'Azienda pubblica di servizi alla persona più grande della Regione e la seconda in Italia, non sono tardate ad arrivare le prime reazioni da parte della politica. Quello definito dall'inchiesta di Fanpage.it come "Sistema San Michele" evidenzia come l'Istituto Romano San Michele, nato come Opera Pia, negli anni si sia trasformato. Raggiunto un patrimonio di oltre 110 milioni di euro, con fusioni e donazioni, l'Istituto gestisce case di riposo, Rsa e altre attività di assistenza a persone in condizioni di fragilità.

Ma negli ultimi tempi, alla presidenza di Giovanni Libanori di Fratelli d'Italia, vicesindaco di Nemi e uomo di fiducia del deputato Luciano Ciocchetti, sembra aver affiancato a queste attività anche quello che sembra presentarsi come un vero e proprio laboratorio di potere, con appalti e consulenze, un intreccio sistematico di incarichi, nomine, appalti e relazioni che coinvolgerebbe esponenti di spicco di Fratelli d’Italia e figure territoriali a loro vicine.

QUI L'INCHIESTA AMICHETTI D'ITALIA di Gloria Bagnariol, Marco Billeci, Chiara Garbin con video di Arsenio Imperioso.

"È l'ennesima conferma che la destra nel Lazio è sempre la stessa – è il commento del Gruppo Pd Regione Lazio – Quanto emerge dall'inchiesta di Fanpage.it è gravissimo e non può essere derubricato a semplice coincidenza o a un caso isolato. Parliamo di un ente pubblico con oltre 110 milioni di patrimonio, nato per assistere le persone più fragili e che invece, secondo quanto riportato, sembra essere diventato un centro di potere e di spartizione, dove appalti e consulenze seguono logiche che nulla hanno a che fare con l’interesse pubblico".

Una situazione che il gruppo del Partito Democratico della Regione non manca di definire come inaccettabile: "Dal lago di Nemi ai corridoi del San Michele. Cambia lo scenario, ma non il metodo. Assistiamo sempre allo stesso copione: un ente pubblico strategico viene affidato alle mani dei soliti fedelissimi, gli incarichi ruotano all’interno di una cerchia chiusa, le gare appaiono più come competizioni tra amici che come veri strumenti di trasparenza, mentre la Regione, che dovrebbe vigilare, si limita a siglare e ad assecondare. È inaccettabile che un’Azienda pubblica di servizi alla persona, la più grande del Lazio, finisca nell’orbita di un sistema che si regge su rapporti personali, militanze di partito, candidature mancate da compensare e legami consolidati – incalzano i consiglieri del gruppo democratico –  È l'ennesima dimostrazione di come la destra continui a confondere la cosa pubblica con un patrimonio privato, ripetendo meccanismi che sembrano non finire mai, nonostante le promesse di discontinuità e legalità tanto sbandierate".

E poi, prima di concludere, precisano: "Le inchieste faranno il loro corso, ma la politica non può tacere. Stiamo depositando un’interrogazione al presidente Rocca e all’assessore Maselli, citato pesantemente nell’inchiesta giornalistica, per avere chiarezza sulle procedure, trasparenza totale sugli appalti e sulle nomine, e soprattutto chiediamo che venga restituita dignità a un’istituzione nata per aiutare i cittadini più deboli, non per alimentare reti di potere – continuano – Dopo l’arresto del consigliere di Fratelli d’Italia Enrico Tiero, questa inchiesta evidenzia una gestione del potere malata da parte della destra. Il presidente Rocca, se è in grado, spezzi queste consuetudini che fanno male alle istituzioni, alle persone e all’immagine stessa del nostro territorio".

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