Siamo stati con i facchini sotto alla Macchina di Santa Rosa

Sudore, abbracci, sorrisi e risate. Volti commossi, fiato corto. Cercano le famiglie e gli amici al di là delle transenne gli oltre cento facchini, che hanno posato la Macchina di Santa Rosa per la tappa a Piazza del Plebiscito. Lungo oltre un chilometro di percorso ad incoraggiarli sotto ai cinquanta quintali della torre portati a spalla sono circa decine di migliaia di persone. Il bagliore ocra e viola di luci elettriche e a fiamma viva spunta tra i palazzi, i "ciuffi" a passo scandito percorrono via Cavour, fino ad arrivare alla tribuna allestita davanti al Comune di Viterbo.
Fanpage ha raggiunto i facchini sotto alla Macchina, li abbiamo visti mentre in maniera ordinata e seguendo il comando del capofacchino Luigi Aspromonte si liberavano dal peso della torre, per concedersi una breve pausa e riprendere fiato. Tutt'intorno a Dies Natalis abbiamo percepito un clima di grande emozione, di gioia e di festa.

"Il legame tra i facchini e Santa Rosa non si può spiegare. È qualcosa di indissolubile che dura dal momento in cui vestiamo l'abito bianco e rosso. È per tutta la vita" dice un gruppo di facchini che abbiamo intervistato. Con il trasporto di ieri sera i Viterbesi hanno rivolto una particolare richiesta alla loro patrona, d'intercedere presso Gesù Cristo per la pace nel mondo. "Rosa è una santa, una giovane donna, che ha cercato la pace, della pace abbiamo bisogno, specialmente dove ci sono persone che soffrono e bambini che muoiono" sono le parole della sindaca Chiara Frontini.

"Santa Rosa illumini la mente dei potenti del mondo – ha commentato il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini -I facchini sono carichi, stiamo vivendo il trasporto dell'Anno Santo con grande forza e potenza. Tutto ciò che ruota intorno alla festa patronale per noi va bene, ma l'importante è che ci sia Rosa sulle nostre spalle. Il nostro motto è fede, forza e volontà. Santa Rosa per noi viterbesi è il giorno più bello dell'anno, quello che aspettiamo da sempre. Una prova fisica e mentale di uomini coraggiosi animati da una profonda devozione. Non si diventa facchini a caso, ma per portare Rosa a casa, una frase che racchiude in sé l'intero senso del trasporto".

Sotto alla macchina i facchini raccontano che portano se stessi con le loro emozioni, ma anche persone che non ci sono più, come Luca, trentadue anni: "Per me è la prima volta, sono molto emozionato". Quest'anno sono stati selezionati i migliori undici tra ben cinquantacinque aspiranti facchini. Martedì 2 settembre c'è stato invece un altro momento importante della festa patronale, il corteo straordinario del corpo della Santa portato a spalla, un doppio trasporto dal Santuario di Santa Rosa alla Cattedrale di San Lorenzo e dalla Cattedrale al Santuario per la prima volta fatto in un giorno solo.

L'architetto Raffaele Ascenzi ha voluto il volto di sua sorella tra gli angeli raffigurati sulla Macchina, in tal senso Dies Natalis rappresenta una "rinascita". Una "resurrezione" non solo come dogma di fede, ma anche come un risorgere dai dolori e dalle perdite della vita. Una speranza, appunto, che è anche il concetto chiave del Giubileo 2025 con Papa Leone XIV. A mezzanotte in punto la Macchina ha raggiunto il Santaurio, il trasporto si è concluso: Rosina è tornata a casa. Il capofacchino: "I ragazzi hanno dato tutto, sono stupendi".