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Si toglie la vita a 14 anni, gli ispettori del ministero: “La scuola poteva fare di più contro il bullismo”

“La scuola doveva e poteva fare di più contro il bullismo”, questo il parere degli ispettori del Mim nel corso delle verifiche sul suicidio del 14enne di Latina, lo scorso settembre.
A cura di Beatrice Tominic
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"La scuola avrebbe dovuto e potuto fare di più". Queste le considerazioni degli ispettori del Mim inviati dal ministro Valditara nel Pontino a verificare quanto accaduto nella scuola frequentata dal ragazzino di 14 anni che lo scorso settembre, all'inizio del nuovo anno scolastico, si è tolto la vita. Secondo quanto emerso dalla relazione consegnata dagli ispettori, il protocollo necessario in questo caso, di fronte a una classe turbolenta e "dai comportamenti non conformi al regolamento d'istituto", non sarebbe stato avviato.

Oltre all'inchiesta del Mim, in parallelo, sono state aperte due inchieste giudiziarie per cercare di fare chiarezza, comprendere perché il quattordicenne si sia tolto la vita e, soprattutto, se poteva essere salvato. In una prima indagine, aperta dalla Procura di Cassino, non risultano indagati. Nella seconda, alla Procura dei Minori, sarebbero quattro i compagni di scuola del ragazzino indagati per istigazione al suicidio.

"La scuola poteva fare di più": le accuse alla preside

"Non vi è traccia di una valutazione approfondita indipendentemente dalla qualificazione giuridica degli episodi", considerati "quasi aggressivi", si legge nella relazione, come riporta la Repubblica. Gli ispettori del Ministero dell'Istruzione e del Merito, inoltre, avrebbero chiesto tre procedimenti disciplinari a carico della dirigente scolastica "per le responsabilità che interessano la funzione dirigenziale" e a carico della vicedirigente e della responsabile della sede succursale  per "condotte omissive".

La relazione del Mim sul suicidio del quattordicenne

Nella relazione, lunga ben 28 pagine, gli ispettori del Ministero fanno riferimento a un intreccio di bugie e omissioni che avrebbero innescato un "meccanismo difensivo, tanto che questo collegio ritiene più verosimile la descrizione delle dinamiche della classe che si legge nei verbali dei consigli di classe anziché quella offerta dai docenti durante l'accertamento".

Per configurare il bullismo nei confronti del quattordicenne, però, secondo i casi riferiti dai genitori mancherebbe la "ripetitività nel tempo". Un dettaglio che, nei fatti, non cambierebbe la sostanza: di fronte ai comportamenti, ritenuti "aggressivi", il personale scolastico non si sarebbe dovuto esimere dalla dovuta presa in carico e avrebbe dovuto attivare il protocollo antibullismo.

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