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Sequestro inchiesta di Fanpage, Raggi: “Limitare la libertà di stampa è minaccia alla democrazia”

La sindaca di Roma Virginia Raggi ha espresso solidarietà alla redazione di Fanpage.it riguardo il sequestro, mediante oscuramento, disposto dal Tribunale di Roma, dei contenuti dell’inchiesta ‘Follow the Money’. “Un episodio inaccettabile perché ci colpisce tutti, da lettori e da cittadini. Limitare la libertà di stampa significa minacciare la democrazia”.
A cura di Natascia Grbic
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"Solidarietà a Fanpage.it per l'oscuramento dei contenuti dell’inchiesta Follow The Money su Claudio Durigon e sui fondi della Lega, i famosi 49 milioni di euro. La libertà di stampa va sempre tutelata". La solidarietà a Fanpage.it riguardo quanto avvenuto questa mattina nella redazione del giornale, arriva anche dalla sindaca di Roma Virginia Raggi. Che aggiunge come la libertà di stampa sia "una condizione imprescindibile per un Paese civile, come afferma anche la nostra Costituzione. Un episodio inaccettabile perché ci colpisce tutti, da lettori e da cittadini. Limitare la libertà di stampa significa minacciare la democrazia". La solidarietà a Fanpage.it è arrivata anche da altri esponenti del Movimento 5 Stelle, tra cui gli europarlamentari Dino Giarrusso e Mario Furore, la senatrice Paola Taverna, e il vicepresidente del Gruppo M5S al Senato Agostino Santillo.

Questa mattina gli agenti della Polizia Postale hanno notificato nella redazione di Fanpage.it un provvedimento del Gip di Roma che dispone il sequestro, mediante l'oscuramento, dei video che contengono l’inchiesta Follow The Money su Claudio Durigon e i fondi della Lega. Si tratta di video che hanno scosso il mondo della politica, immagini e audio in cui si vede e sente l'onorevole dire a un suo interlocutore che non bisognava preoccuparsi dell’inchiesta della procura di Genova sui 49 milioni di euro che la Lega avrebbe sottratto allo Stato italiano perché il generale della guardia di finanza che indaga “l’abbiamo messo noi”. Si tratta di un atto gravissimo, che non sembra avere precedenti, di oscuramento preventivo di un'inchiesta giornalista, senza che ci sia stata nessuna condanna né che sia iniziato alcun processo.

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