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Covid 19

Scambio di salme in ospedale dopo decesso da Covid-19, i figli: “Quella non è nostra madre”

“Sono passati tre mesi. Siamo in ansia, prostrati, non sappiamo cosa sia veramente successo a nostra madre e dove sia finita: hanno scambiato le cartelle e allora come l’hanno curata? Quali medicine le hanno somministrato? È intollerabile”, hanno raccontato i figli della signora.
A cura di Enrico Tata
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Foto di repertorio
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La signora Giuseppina Candelori è ospite della casa di cura di Nerola ‘La Serenità'. Il 24 marzo i figli vengono informati, racconta Rory Cappelli su Repubblica, che la mamma positiva al coronavirus e il giorno dopo tutti i pazienti della struttura vengono trasferiti al Nomentana Hospital. Il 15 aprile Giuseppina muore, ma il giorno dopo arriva la terribile scoperta: la salma non è quella della madre. I figli riescono a sapere, ma non c'è nulla di certo, che la mamma forse è stata "tumulata l'11 aprile nel comune di Rocca Sinibalda (RI), sotto altro nome". Dopo il trasferimento al Nomentana Hospital in effetti i parenti hanno perso ogni contatto con la mamma fino al 30 marzo, quando finalmente riescono a parlare con un medico di turno. Il 10 aprile la signora risulta positiva a due tamponi, ma al Nomentana Hospital scoppia un focolaio e la donna viene trasferita alla Rsa di Guidonia. Il 12 aprile l'anziana si aggrava e viene ricoverata al Policlinico Umberto Primo di Roma. Muore il 14 aprile e il giorno dopo i figli si recano alla camera ardente di viale Regina Elena, dove scoprono che la salma non è quella della loro mamma e presentano una denuncia e un esposto in commissariato.

I figli della signora: "Sono passati tre mesi, è intollerabile"

I parenti della signora Giuseppina hanno rintracciato un'altra donna affetta dalla stessa malattia della signora Candelori e deceduta anche lei. Il figlio ha detto che in effetti non ha mai effettuato il riconoscimento della salma a causa del coronavirus e quindi l'ipotesi di uno scambio di identità con questa donna potrebbe essere non remota. "Sono passati tre mesi. Siamo in ansia, prostrati, non sappiamo cosa sia veramente successo a nostra madre e dove sia finita: hanno scambiato le cartelle e allora come l'hanno curata? Quali medicine le hanno somministrato? È indegno che persone anziane siano state trattate così, abbandonate a loro stesse, in condizioni fisiche talmente compromesse da aver addirittura contratto la scabbia. È intollerabile", hanno raccontato i figli della signora Giuseppina a Repubblica.

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