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Satnam Singh, bracciante indiano morto a Latina

Satnam Singh deceduto sul lavoro, un testimone: “Il capo mi disse: è morto, dove lo butto?”

Nella nuova udienza alla Corte d’Assise di Latina sulla morte del bracciante indiano Satnam Singh, la testimonianza del medico legale e di un altro lavoratore. L’uomo si sarebbe potuto salvare ma Antonello Lovato non lo ha portato al pronto soccorso: “Aveva paura”.
A cura di Francesco Esposito
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Antonello Lovato, a sinistra
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"Con manovre adeguate e cure tempestive si sarebbe potuto salvare", ha raccontato la dottoressa Maria Cristina Setacci, medico legale che ha effettuato l'autopsia sul corpo di Satnam Singh, durante la nuova udienza del processo che vede l'imprenditore agricolo Antonello Lovato accusato dell'omicidio volontario del suo dipendente. Lovato ha abbandonato il bracciante, sanguinante e con un arto rimosso a causa di un incidente sul lavoro, davanti alla sua abitazione anziché portarlo in pronto soccorso.

Satnam Singh si sarebbe potuto salvare con cure adeguate

Un trattamento adeguato avrebbe potuto salvare la vita di Singh. Anche dopo i trenta minuti necessari a raggiungere il pronto soccorso di Latina dal terreno in cui si è verificato l'incidente, medici e infermieri avrebbero potuto bloccare lo shock emorragico in corso e e poi effettuare delle trasfusioni di sangue. Questo, secondo quanto riporta Latina Today, è il succo della testimonianza della dottoressa Setacci davanti alla Corte d'Assise presieduta dal giudice Gian Luca Soana. Anche una cinghia o un laccio stretti attorno alla ferita sarebbero serviti a guadagnare tempo prezioso. Non ha indotto il coma, invece, il colpo alla testa di cui sono state ritrovate tracce sul corpo di Singh.

"È morto, dove lo butto?", la testimonianza di un bracciante

Nel corso dell'udienza è stato sentito anche un'altro bracciante, anche lui di nazionalità indiana, che però non lavorava per l'azienda della famiglia Lovato. Rispondendo alle domande della pubblico ministero Marina Marra, l'uomo ha raccontato di aver ricevuto, pochi minuti dopo l'incidente, una telefonata da un collega di Satnam Singh che era in compagnia di Antonello Lovato: "È successo un incidente, mi disse. Era agitato e mi spiegò che Satnam era morto incastrato in una macchina. Gli dissi di passarmi Lovato e ci parlai pochi secondi. Gli dissi di chiamare l’ambulanza, lui mi rispose: ‘È morto, aiutami, dove lo butto?'. Il bracciante ha anche raccontato di aver fatto pressione sul datore di lavoro affinché chiamasse i soccorsi, ma che "aveva paura, l’ho percepito dal suo tono di voce".

Nelle udienze precedenti Antonello Lovato, difeso dagli avvocati Mario Antinucci e Stefano Perotti, aveva dichiarato di aver "perso la testa" oltre che di essere pronto a risarcire i familiari di Satnam. Il processo si aggiornerà il 2 dicembre, quando verranno ascoltati altri testimoni dell'accusa.

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