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Roma, la protesta acrobatica del bartender a Castel Sant’Angelo: “Fateci aprire in sicurezza”

Tra aperture e chiusure a fisarmonica, zone gialle, arancioni e rosse, i bar come i ristoranti non hanno più riaperto veramente ormai da mesi. Le attività commerciali sono in ginocchio e gli aiuti messi in campo dal governo non bastano.
A cura di Simona Berterame
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Daniele è tornato a far roteare sopra la sua testa bottiglie e bicchieri da cocktail ma stavolta non all'interno di un locale pieno di musica e clienti. Daniele lavora come bartender da più di 20 anni ma da undici mesi la sua vita è stata stravolta dall'emergenza coronavirus. Ieri ha perciò interpretato il suo show nella splendida cornice di Castel Sant'Angelo al tramonto, un flash mob organizzato da IHN Italian hospitality network per chiedere aiuti concreti alle istituzioni. “Signore e signori buongiorno e benvenuti al Barrato. Il Barrato è il nostro Bar ideale, ma è un bar che non c’è più" recita una voce registrata mentre Daniele simula la preparazione di un drink. "La rappresentazione di un bar virtuale per scuotere le coscienze dell’opinione pubblica, un bar virtuale come virtuali stanno diventando le vite di baristi e ristoratori" spiega la ristoratrice Roberta Pepi, presente all'iniziativa.

L'appello: "Fateci riaprire"

Tra aperture e chiusure a fisarmonica, zone gialle, arancioni e rosse, i bar come i ristoranti non hanno più riaperto veramente ormai da mesi. Le attività commerciali sono in ginocchio e gli aiuti messi in campo dal governo non bastano. "Fateci riaprire in sicurezza, rispettiamo tutti i protocolli" chiedono a gran voce i gestori. Non ci stanno ad essere considerati gli untori del Paese perché "i contagi sono saliti anche con le attività chiuse sotto le feste". Tra chiusure anticipate e nuovi dpcm i locali notturni stanno attraversando una lenta agonia sempre più drammatica e la richiesta di poter ritirare su le proprie saracinesche e sempre più forte e pressante. "Noi viviamo di sera e facciamo vivere la notte, ma sopratutto siamo quelli che garantiscono che le luci della città non si spengano mai, perché una città senza luci è una città morta" recita in finale la voce narrante del Barrato e Daniele saluta i presenti con un inchino. "Ho un figlio di sei mesi a casa – ci spiega Daniele visibilmente emozionato al termine del flash mob – devo farlo per lui, ho bisogno di sperare in un futuro migliore".

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