Roma, in coda da giorni per un permesso di soggiorno: arriva una parlamentare e la fila svanisce

Abbiamo trascorso una mattinata fuori dall’ufficio immigrazione di Roma in via Patini (zona Tor Sapienza) dove le persone in attesa di documenti come permesso di soggiorno sono costrette ad accamparsi fuori, anche per diverse notti, nella speranza di riuscire ad entrare.
A cura di Simona Berterame
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Sul marciapiede che costeggia l'ufficio immigrazione della Questura di Roma c'è una lunga distesa di giacigli di fortuna, tra pezzi di cartone, teli  e coperte. Almeno un centinaio di persone, tra uomini e donne provenienti da ogni parte del mondo, attendono l'apertura. Abbiamo trascorso una mattinata fuori dall'ufficio  immigrazione di Roma a via Patini (zona Tor Sapienza) dove le persone in attesa di documenti come permesso di soggiorno sono costrette ad accamparsi fuori, anche per diverse notti, nella speranza di riuscire ad entrare. Sventolano dei bigliettini fatti in autonomia per cercare di far rispettare la fila.

Sembra un po' la dinamica dei fan accaniti che si accampano fuori dai concerti. Stavolta in ballo non c'è uno spettacolo ma un documento necessario per studiare, lavorare e poter vivere nel nostro Paese. Una donna peruviana ha in mano il numero 31. Lei e una sua amica sono in fila da venerdì, hanno dormito su quel marciapiede anche ieri sera con la pioggia battente senza usufruire di un bagno decente e mangiare in modo dignitoso.

Il sopralluogo di attivisti e volontari

Questa mattina in via Teofilo Patini c'erano anche alcuni rappresentanti di Asgi, Spazi circolari e Attiva diritti ma anche la consigliera comunale Nella Converti e la senatrice Cecilia D'Elia, entrambe del Partito Democratico. "Davanti all’ufficio si formano due file distinte: da un lato chi deve rinnovare il permesso di soggiorno, dall’altro chi tenta di accedere per la prima volta alla procedura di asilo. Di queste ultime, soltanto una trentina di persone riesce a entrare, mentre le altre restano in strada per giorni, anche una settimana, senza bagni, senza acqua e senza un riparo", spiega Nella Converti, presidente Commissione Politiche Sociali di Roma Capitale.

La fila che sparisce

Dopo l'arrivo della parlamentare, che è entrata nell'edificio per parlare con i responsabili presenti, la fila è stata smaltita in tempi record. "Un miracolo", ridacchia uno degli attivisti presenti mentre un'altra aggiunge: "Bene, abbiamo risolto, basta far venire qui fuori un parlamentare tutte le mattine". Il tema ovviamente è molto più complesso ma i volontari sono comunque soddisfatti di questa piccola vittoria. "Questo è uno Squid game dove appunto si va a tentativi mettendo in gioco la propria salute", spiega Mattia Gregorio di Usb. E domani si ricomincia tutto dall'inizio.

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