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Rivolta nel carcere Mammagialla: detenuto muore per malore, un altro tenta il suicidio

Il sindacato di polizia penitenziaria Uspp del Lazio ha denunciato una rivolta nel carcere Mammagialla di Viterbo, un detenuto morto e un altro salvato in extremis: “C’è sovraffollamento e carenza di personale”.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Un detenuto morto per malore, uno salvato dopo aver tentato il suicidio, una protesta in una sezione e una rivolta in un'altra, con detenuti che hanno minacciato il personale presente autolesionandosi con taglierini rudimentali. È il bilancio della tarda serata di ieri denunciato da Daniele Nicastrini, segretario regionale del sindacato di polzia penitenziaria Uspp Lazio. I fatti si sono verificati sabato 9 settembre all'interno del carcere Mammagialla di Viterbo.

Una notte di scompiglio nella casa circondariale del capoluogo dell'alto Lazio, che ha messo alla prova gli agenti della polizia penitenziaria di turno. Come si apprende dal sindacato il detenuto morto è deceduto per un malore, mentre in un'altra sezione del carcere, presumibilmente verso le ore 19 a chiusura delle celle, alcuni detenuti hanno minacciato il personale presente mentre nel frattempo altri su già chiusi all’interno delle celle hanno iniziato a sbattere forte le porte blindate, dando fuoco alle bombolette del gas. Gli agenti hanno salvato un uomo che ha cercato di uccidersi e lo hanno mandato in pronto soccorso per le cure.

Per riportare la situazione alla normalità è stato necessario l'intervento di una squadra a supporto delle operazioni. "Uspp Lazio – si legge nella nota – aveva denunciato all'amministrazione penitenziaria la gravità della situazione in cui versa il carcere viterbese". Per il sindacato nel carcere di Mammagialla c'è da tempo "una situazione di grave sovraffollamento e una carenza di personale, che impedisce un'organizzazione del lavoro in sicurezza e crea difficoltà nel mantenere l'ordine e il rispetto delle regole penitenziarie".

A commentare l'accaduto contattato telefonicamente da Fanpage.it anche il garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasìa: "La casa circondariale di Viterbo soffre più di altre del sovraffollamento e della carenza di personale, della polizia, dell’area educativa e dell’area sanitaria. Se in Italia il sovraffollamento è al 123 per cento dei posti effettivamente disponibili, nel Lazio siamo al 133 e a Viterbo al 154, che significa che ogni due posti ci sono tre detenuti" spiega il garante. E aggiunge: "È urgente un radicale ripensamento dell’intero sistema penitenziario regionale e della funzione, in esso, di ogni istituto e, in particolare, della casa circondariale di Viterbo, specializzandone le funzioni e adeguando il numero dei detenuti, non solo agli spazi, ma anche al personale disponibile".

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