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Rientro a scuola, i presidi: “Si torna in classe come se il virus fosse sparito, ma non è così”

Niente mascherine, addio alla Dad. E per l’areazione bastano le finestre. Costarelli, dell’associazione presidi: “Siamo preoccupati, non sappiamo cosa aspettarci”.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repertorio (La Presse)
Immagine di repertorio (La Presse)

Mancano pochi giorni a settembre e nelle aule scolastiche fervono i preparativi: a poco più di due settimane dall'inizio di questo quarto anno scolastico post Covid, la normalità sembra essere tornata anche fra i banchi.

"L'organizzazione è abbastanza semplice: si rientra in classe come se il covid non ci fosse più. Le indicazioni fanno pensare ad un rientro in una scuola quasi pre covid. Con le preoccupazioni, però, di un covid che ancora c'è", ha spiegato a Fanpage.it la preside Cristina Costarelli presidente dell'Associazione Nazionale Presidi (Anp) Lazio.

Le disposizioni dal ministero su mascherine e dad

In questo quarto anno dall'inizio della pandemia, le disposizioni inviate dal ministero appaiono completamente diverse dagli anni scorsi. Già a partire dal termine utilizzato per elencarle tutte: non più misure di contenimento, bensì di prevenzione di base, indicazioni rivolte alle classi dalle elementari al liceo.  "L'obbligo della mascherina ormai è decaduto: non è più necessario indossarla in classe, ma chi vuole potrà portarla. La indosseranno sicuramente gli e le studenti con fragilità: è l'unico strumento di difesa che rimane a chi ha problemi di salute. Noi non possiamo richiederla a nessuno, al massimo potremo raccomandarla – ha continuato la preside Costarelli – Personalmente lo consiglierò, soprattutto all'inizio, in previsione di un momento autunnale di cui non conosciamo l'evoluzione".

Addio anche alla didattica a distanza: "Non ci sarà più neanche la Dad per gli alunni positivi, ma resta il controllo della sintomatologia: gli alunni e le alunne con sintomi forti e evidenti o con febbre dovranno restare a casa. Proprio per la gestione di queste situazioni, resterà anche quest'anno la figura del referente covid. L'obbligo del distanziamento era superato già lo scorso anno, auspicato solo ove possibile".  Restano un punto dolente le questioni legate alla struttura delle aule e degli edifici scolastici: "Per quanto riguarda il problema dell'areazione, nelle indicazioni sembra che possa bastare l'apertura delle finestre, ma noi sappiamo che le aule scolastiche sono troppo affollate – ha poi precisato Costarelli – Qualora si dovesse fronteggiare una ripresa dei contagi, non sappiamo cosa possa succedere senza mascherina e in ambienti con poca areazione. Dal punto di vista organizzativo è più semplice, ma restano le preoccupazioni".

Il ritorno in aula dei prof no vax

Questo settembre ritornano a scuola anche i e le docenti no vax: "Anche da questo punto di vista, liberi tutti. Già dal 15 giugno è stato così: alcuni hanno partecipato anche agli esami di stato. Adesso ritornano pienamente in attività: gli epidemiologi dicono che i problemi restano soprattutto per loro che, non essendo vaccinati, possono incorrere in forme più serie di contagio. Da parte nostra (dice, riferendosi ai e alle presidi, ndr) saranno tutti uguali. Fortunatamente saremo alleggeriti da tutte le mansioni che ci hanno richiesto un impegno non indifferente lo scorso anno", ha precisato, facendo riferimento all'impegno richiesto lo scorso anno nel periodo immediatamente successivo alla pausa invernale.

Il liceo Newton e l'ex biblioteca abbandonata

Con la pandemia, infine, sembra essere venuta meno anche la possibilità di ottenere migliorie strutturali nelle aule delle scuole romane. Neppure l'obbligo di distanziamento è riuscito a portare via alunni e alunne dalle cosiddette classi pollaio. Costarelli, che lavora come preside nel liceo scientifico Newton, lo sa bene: dal rientro in classe dopo il lockdown, quando veniva richiesta la disposizione dei banchi ad un metro di distanza gli uni dagli altri, ha più volte provato a chiedere di poter utilizzare gli spazi dell'ex biblioteca provinciale. "Non si è mosso nulla – ha spiegato a riguardo – Quella fu un'azione che ho cercato di portare avanti con molta insistenza due anni fa, ma non c'è stato alcun margine, nonostante l'evidente necessità, pur essendoci mossi a tutti i livelli: hanno detto che non si poteva utilizzare per motivi di sicurezza".

Così, per seguire le norme sul distanziamento, a scuola hanno dovuto inventarsi soluzioni fantasiose: "Siamo rimasti in classe, docenti e studenti, in spazi stretti, mentre davanti a noi c'era un edificio vuoto. Ormai non ci sono più i presupposti di legge che lo richiedano: non possiamo più percorrere alcuna strada. L'edificio resterà vuoto: utilizzato come biblioteca, con spazi grandi in cui, saltuariamente, vengono organizzati eventi".

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