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Riduce la fidanzata in schiavitù per oltre un anno: “A 18 anni segregata in un garage”

É stato rinviato a giudizio il 26enne che aveva costretto la sua ragazza a vivere come una schiava per oltre un anno in zona Anagnina.
A cura di Beatrice Tominic
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É stato rinviato a giudizio il 26enne che ha costretto a vivere come una schiava la sua fidanzata in zona Anagnina per oltre un anno, dal maggio 2018 all'ottobre 2020 e che si trova in carcere da 14 mesi. La ragazza, oggi 21enne,  all'epoca aveva da poco compiuto 18 anni e si è trovata a vivere in condizioni di schiavitù. Per oltre un anno il ragazzo, di cinque anni più grande, l'ha costretta a vivere all'interno di un garage nella zona di Anagnina, in uno stato di sottomissione e terrore nei suoi confronti. In quella che era diventata la sua casa, Sofia (nome di fantasia con cui è indicata la vittima) non ha avuto la possibilità di contattare il mondo esterno: il suo unico amico, in quel box auto, è stato un gatto. Proprio il giorno in cui il gatto esce dal box, Sofia ha colto l'occasione ed è uscita. Ma il ragazzo l'ha sorpresa e l'ha picchiata.

Diventa la schiava del suo fidanzato: tutte le accuse

Le accuse che vengono contestate dal pm Eleonora Fini nei confronti del ragazzo, come leggiamo oggi nell'articolo pubblicato da Il Corriere della Sera, sono molteplici: dal maltrattamento fino alla riduzione in schiavitù, ma anche sequestro di persona, violenza sessuale aggravata, lesioni e minacce. Sembra che sia anche stata costretta ad abortire in quel garage. Le è stato vietato di contattare i propri familiari per confidare lo stato in cui si è trovata a vivere: in quel caso avrebbe fatto del male anche a loro. Dopo il periodo nel garage, in cui Sofia non ha avuto possibilità di lavarsi o di mangiare un pasto caldo, il ragazzo ha deciso di portarla a vivere nella sua casa e l'ha costretta, stavolta, a lavorare in un bar: tutti i suoi guadagni sono stati poi spesi proprio dal fidanzato con il vizio del gioco. Fino a quando, nell'ottobre 2020, Sofia è riuscita a fuggire e a farlo arrestare.

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