Ricerche dei resti di Paolo Adinolfi alla Casa del Jazz: cosa c’entrano i Servizi Segreti con la scomparsa del giudice

Continuano gli scavi alla Casa del Jazz di Roma, dove da una settimana si sta scavando alla ricerca dei resti del giudice Paolo Adinolfi. Nella giornata di ieri, mercoledì 19 novembre, è arrivata una possibile svolta nelle ricerche: la notizia del ritrovamento della botola segreta che portava alla cantina, sotto all'immobile che oggi ospita la Casa del Jazz, che porterebbe ad alcune catacombe.
L'ipotesi che i resti del giudice possano trovarsi nascosti sotto terra è stata avanzata per la prima volta 29 anni fa dall'ex giudice Guglielmo Muntoni. Dopo le prime ricerche alcuni anni fa dall'esito negativo, oggi grazie a nuovi investimenti si è ripreso a scavare anche con georadar e cani molecolari. A portare gli inquirenti sul luogo in cui sono in corso gli accertamenti in questi giorni, il rapporto che legava il giudice Adinolfi alla Banda della Magliana, suo malgrado, in particolar modo a quello che è ritenuto il cassiere del gruppo criminale, Enrico Nicoletti. Nell'ambito della scomparsa di Adinolfi, però, ci sarebbe ulteriori legami che lo avvicinano anche ai Servizi Segreti che, secondo alcuni, avrebbero avuto un ruolo importante nella sua sparizione.
Il giudice Paolo Adinolfi e Enrico Nicoletti: cosa c'entra la Banda della Magliana
Enrico Nicoletti negli anni Ottanta, ha acquisito Villa Osio, questo il nome dell'immobile prima di diventare bene confiscato e, in seguito, la Casa del Jazz.

Nicoletti ha ingrandito e cambiato i connotati alla Villa, ampliando anche una sorta di dependance che si trova all'interno della stessa area e creando, fra le altre cose, anche dei campi da tennis. Come dichiarato da un inquilino che abitò nella villa quando l'avvocato che la fece costruire era ancora in vita, fra il 1948 e il 1968, però, sotto alla costruzione ci sarebbero stati dei cunicoli sotterranei che portavano alle catacombe. Utilizzate inizialmente come cantina per tenere in fresco il vino, fra le ipotesi degli inquirenti c'è quella che vedrebbe lo spazio sotterraneo utilizzato come uno dei tanti covi della Banda della Magliana, dove i criminali avrebbero potuto conservare, oltre a soldi e documenti, anche armi ed esplosivi.
Cosa c'entrano i Servizi Segreti con la scomparsa del giudice Adinolfi
Il ruolo di alcune figure dei Servizi Segreti deviati si intreccerebbe sia con il giudice Adinolfi che con la Banda della Magliana. Sia il gruppo criminale che i Servizi Segreti, secondo alcune diverse piste che potrebbero convergere, figurano anche nelle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi: non si esclude che sotto alla Casa del Jazz si possa trovare anche qualche resto riconducibile a lei. Stavolta, però, Servizi Segreti e Banda della Magliana sarebbero stati nel mirino del giudice mentre si trovava alla Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma, dove lavorava sui fallimenti di colossi finanziari, incarico che aveva lasciato una ventina di giorni prima della scomparsa.
I suoi accertamenti lo hanno portato ad indagare sul fallimento della Fiscom, che avrebbe nascosto secondo il giudice un "complesso intreccio di interessi" che coinvolgeva personalità in vista e potenti dell'epoca. Oltre alla Fiscom, per cui lo stesso Nicoletti è stato condannato in primo grado, prima di lasciare l'incarico alla Fallimentare, Adinolfi aveva iniziato a lavorare al crac di una società ad essa collegata, l'Ambra. Pochi giorni prima di sparire, invece, aveva chiamato un collega di Milano: voleva rilasciare una testimonianza proprio su quello che era riuscito, come libero cittadino e non come giudice.

La scomparsa di Paolo Adinolfi, giudice "scomodo"
Adinolfi, per rettitudine, sarebbe andato contro agli interessi di personalità potenti, più o meno legate apertamente a figure del mondo della malavita. A dimostrarlo anche alcune voci di corridoio in Tribunale di Roma secondo cui, sopra ad alcuni faldoni, si sarebbero trovati dei post-it con la scritta "Non passare al giudice Adinolfi". Un mondo di ombre che potrebbe aver causato la sparizione del giudice, come anni dopo avrebbe confermato un pentito legato ad organizzazioni criminali e come riportato ieri sera nella puntata di Chi l'ha visto?.
"Mi dissero che Paolo Adinolfi era stato assassinato dalla Banda della Magliana su incarico dei Servizi Segreti – avrebbe detto, confermando la possibilità di trovare i suoi resti sotto all'immobile riconducibile a uno di loro – Il giudice aveva scoperto dei collegamenti dei Servizi Segreti con società immobiliari fantasma". Una possibilità su cui ancora continuano le ricerche di chi indaga.