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Covid 19

Ragazza incinta di 28 anni non vaccinata muore di covid: s’indaga per omicidio

Adriana Tanoni è morta nella notte tra il 20 e 21 gennaio a causa delle complicazioni derivanti dalla covid-19. Quando i medici hanno capito che non c’era nulla da fare, hanno fatto nascere il bimbo con il cesareo.
A cura di Natascia Grbic
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I pubblici ministero di Roma hanno aperto un indagine per omicidio colposo in relazione alla morte di Adriana Tanoni, la giovane di 28 anni morta a causa della covid nella notte tra il 20 e il 21 gennaio. Al momento l'inchiesta è stata aperta contro ignoti, ma non è escluso che nei prossimi giorni qualcuno venga iscritto nel registro degli indagati. Sulla vicenda i genitori della giovane hanno presentato una denuncia, chiedendo di accertare se vi siano responsabilità in relazione alla morte della figlia. Secondo quanto emerso dalla denuncia, la giovane non si sarebbe vaccinata su consiglio della ginecologa, che le aveva paventato rischi per la gravidanza. Il bambino adesso sta bene: quando i medici del Policlinico Umberto I hanno visto che per la madre non c'era nulla da fare, lo hanno fatto nascere con un cesareo d'urgenza. Venuto al mondo il 13 gennaio, pesava 1,8 chili: il neonato è stato ricoverato inizialmente in terapia intensiva neonatale, adesso le sue condizioni sono migliorate.

La ragazza ha cominciato ad avvertire i primi sintomi dell'infezione da coronavirus il 27 dicembre. Il 3 gennaio, spaventata perché stava sempre peggio, ha deciso di andare in ospedale. Prima si è recata al Policlinico Gemelli, e poi all'Umberto I. Dato che le ore di attesa sarebbero state molte, ha deciso di tornare però a casa. Qui le sue condizioni sono continuate a peggiorare, fino a che non ha deciso di chiamare il 118. Nella denuncia presentata dai genitori e riportata da Adnkronos, si legge che la ragazza sarebbe stata visitata in giardino, "su una sedia, assolutamente incuranti non solo del fatto di esporre una paziente nelle sue condizioni ad una temperatura prossima allo zero (per tutto il tempo del loro intervento), ma oltretutto indifferenti rispetto al fatto di avere a che fare con un soggetto Covid positivo, con febbre elevata, tosse e difficoltà respiratoria". Il 7 gennaio è stata ricoverata all'Umberto I. Il feto stava bene, ma le condizioni della 28enne sono peggiorate progressivamente, fino a che il 13 gennaio, capendo che non ce l'avrebbe fatta, il bambino è stato fatto nascere.

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