Quarticciolo, occupato il municipio dopo gli sgomberi di due case Ater: “È più facile parlare all’Onu che al Comune di Roma”

"Ancora famiglie in strada, ancora sgomberi", denunciano gli attivisti di Quarticciolo Ribelle, che venerdì 24 ottobre hanno occupato la sede del Municipio V e della polizia locale di Roma Capitale. L'azione, rivendicata dal collettivo che nel quartiere ha messo su un doposcuola gratuito, una palestra, un ambulatorio e altre iniziative di solidarietà, arriva dopo che nella mattina di venerdì i caschi bianchi hanno eseguito gli sfratti di due famiglie. L’assessore alle Periferie Pino Battaglia ha dichiarato inviterà il Polo civico del Quarticciolo e le realtà territoriali al tavolo di confronto che convocherà la prossima settimana.
Quarticciolo Ribelle: "Gli sgomberi sono una questione sociale"
"Da qui non ci è muoviamo fino a che le istituzioni non si prendono le proprie responsabilità politiche, fino a che i prossimi sgomberi in programma non verranno affrontati come una questione sociale, e non una questione di ordine pubblico", scrivono gli attivisti che contestano anche il mancato confronto da parte di Roma Capitale.
"Domenica scorsa abbiamo inviato una lettera pubblica firmata da decine di realtà e centinaia di abitanti del quartiere, chiedevamo un incontro con le amministrazioni comunali e municipali – continuano -. La risposta che abbiamo ricevuto sono i lavandini sfondati a famiglie che lavorano onestamente. Ieri una donna sfrattata è stata incontrata dal Papa nel contesto del giubileo dei movimenti, lunedì verrà in visita l’ONU. È più semplice far prendere parola all’ONU che al comune di Roma".
Uno degli sfrattati: "Ora sono in mezzo a una strada"
L'occupazione della sede del Municipio V è iniziata dopo un'assemblea straordinaria convocata alle 13 per rispondere agli sgomberi di due appartamenti Ater in cui vivevano delle famiglie. "È il quinto sfratto a Quarticciolo negli ultimi 10 giorni – hanno denunciato sui social gli attivisti -. La polizia appostata sotto casa delle persone, aspettando che vanno al lavoro, per poi sfondargli la porta e lasciarli senza un tetto sopra la testa".
"Con il mio avvocato ho proposto all'Ater di pagare un po' alla volta – racconta Stefano, una delle persone sfrattate -, ma non hanno voluto sentire ragioni. Così ora mi ritrovo in mezzo a una strada. Mi ero alzato alle 5 del mattino come ogni giorno e sono andato a lavorare ad Anagni. Poi mi hanno chiamato dicendo che dovevo tornare subito a casa e ci ho trovato sessanta agenti di polizia dentro".
Gli attivisti: "Da oggi iniziamo a indicare i responsabili"
"Abbiamo ancora negli occhi le immagini dello sfratto eseguito a Bologna ieri, con i muri della casa presa a martellate – prosegue il comunicato di Quarticciolo Ribelle -. Non co dimentichiamo dell’uomo che a Milano, si è tolto la vita con gli ufficiali giudiziari alla porta della casa. Non potersi permettere un affitto ai prezzi di mercato, non poter accedere a un mutuo, rimanere vittima dell’inefficienza e delle speculazioni dell’ente per le case popolari romano Ater. Da oggi abbiamo iniziato ad indicare i responsabili e non ci fermeremo".
Battaglia: "Convocherò un tavolo di confronto"
Sulla vicenda è intervenuto l’assessore alle Periferie Pino Battaglia, che ha definito "il confronto con chi vive e anima il Quarticciolo essenziale per costruire soluzioni concrete alle difficoltà del territorio". Battaglia ha anche dichiarato l'intenzione di "impegnarmi a invitare il Polo civico del Quarticciolo e le realtà territoriali al tavolo di confronto che convocherò la prossima settimana, per mantenere un dialogo costruttivo, affrontando le problematiche abitative, la questione degli sfratti e le manutenzioni degli immobili Ater".