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Provveditore massacrato dall’amico del collega, intercettazioni shock: “Te ne diamo altre di mazzate”

Le intercettazioni telefoniche hanno permesso agli investigatori di risalire a colui che ha ordinato il massacro del suo superiore, il provveditore Vittorio Rapisarda. Quest’ultimo è stato brutalmente aggredito lo scorso 4 ottobre per una questione legata al lavoro.
A cura di Enrico Tata
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Vittorio Rapisarda
Vittorio Rapisarda

"Se l'è meritato", "hanno fatto bene". E poi la frase che ha inchiodato il presunto mandante: "Te ne diamo altre due di mazzate". Le intercettazioni telefoniche hanno permesso agli investigatori di risalire a colui che ha ordinato il massacro del suo superiore, il provveditore Vittorio Rapisarda. Quest'ultimo è stato brutalmente aggredito lo scorso 4 ottobre per una questione legata al lavoro. L'esecutore materiale è un amico del mandante.

Entrambi residenti a Vetralla, i due uomini sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia Roma Centro. Grazie all'identikit fornito da alcuni testimoni e alle analisi delle telecamere di sorveglianza, l'esecutore materiale del pestaggio è stato identificato, ma soltanto con le intercettazioni, le analisi dei tabulati e delle celle telefoniche i militari sono riusciti ad individuare il mandante e a ricostruire il movente della terribile aggressione.

Secondo quanto si legge nell'ordinanza firmata dal gip Valeria Tomassini, il responsabile covava "un sentimento di rancore e livore nei confronti di Rapisarda perché ritenuto eccessivamente duro nell'espletamento dell'attività lavorativa". Odio nei confronti del suo superiore, che lo ha convinto a organizzare e a mettere in atto una vera e propria spedizione punitiva.

Anche se incensurato, scrive il magistrato, l'uomo ha incaricato una terza persona, un suo amico, forse dietro compenso economico, di picchiare Rapisarda. L'esecutore ha effettuato ben cinque sopralluoghi prima di aggredire brutalmente la vittima. Un atto pianificato in anticipo e nei minimi dettagli. "La figura così tratteggiata è portatrice di chiaro pericolo di reiterazione nella commissione di reati che anche dal luogo di abitazione potrebbe programmare e delegare l'esecuzione a terzi, come fatto in precedenza", si legge nelle carte.

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