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Operaio muore schiacciato da una pedana a 59 anni: tragico incidente a Fiano Romano

Tragedia sul lavoro a Fiano Romano, alle porte della capitale, dove un operaio è morto schiacciato da una pedana. Aveva 59 anni.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repertorio
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Terribile incidente alle porte della capitale, a Fiano Romano, dove un operaio di 59 anni è morto schiacciato dalla pedana di un tir durante lo scarico della merce, mentre era al lavoro per una ditta in appalto. Per lui non c'è stato nulla da fare. Sul posto sono arrivati i soccorritori che sono stati costretti a dichiararne la morte prima di poterlo riuscire a trasportarlo in ospedale.

Operaio morto schiacciato durante il turno di lavoro

I fatti sono avvenuti nel corso della mattina di oggi, giovedì 8 maggio 2025, verso le ore 10, a Fiano Romano, comune alle porte della capitale dove stava svolgendo dei lavori per la ditta in cui è impiegato. Non è chiaro cosa sia accaduto e non è ancora stata ricostruita la dinamica dell'incidente. Ciò che è certo è che, una volta visto il collega schiacciato dalla pedana, gli altri hanno fatto scattare immediatamente l'allarme.

Sul posto, nei magazzini della Pac2000 all'interno della zona industriale di Fiano Romano, sono subito arrivati i vigili del fuoco, i carabinieri della compagnia di Monterotondo e gli operatori del pronto soccorso sanitario del 118 che, però, purtroppo non sono riusciti neppure ad intervenire.

L'operaio, un cinquantanovenne, è morto sul colpo. In breve tempo hanno raggiunto il luogo dell'incidente mortale anche il magistrato di turno del tribunale di Rieti e gli ispettori del lavoro della Spresal, Servizio prevenzione e sicurezza del lavoro della Asl Roma 4.

La reazione della Cgil

"Ancora un morto sul lavoro. Il lavoratore sarebbe rimasto schiacciato da una pedana per motivi ancora da accertare e sui quali chiediamo che si faccia chiarezza – hanno fatto sapere dalla Cgil di Roma e del Lazio e la Cgil di Civitavecchia Roma nord Viterbo, insieme alla Filt Cgil di Roma e del Lazio e alla Filt Cgil Civitavecchia Roma nord Viterbo – Nell'esprimere tutto il nostro sostegno e la nostra vicinanza ai familiari e ai colleghi del lavoratore, ci chiediamo cos'altro deve accadere nel nostro Paese affinché il lavoro non sia più causa di sofferenza, dolore e morte", hanno aggiunto.

"L'ennesimo morto sul lavoro, una strage continua che si consuma quotidianamente e maggiormente nella filiera degli appalti. Le istituzioni non possono restare a guardare nell'impotenza. Chiediamo azioni che consentano più controlli e di agire per cambiare le leggi sbagliate, che non contrastano quel modello di fare impresa che sfrutta e uccide le persone. Noi continuiamo a mobilitarci, anche con i prossimi referendum dell'8 e 9 giugno per un lavoro sicuro, stabile, dignitoso e tutelato, per fermare la strage nei luoghi di lavoro", conclude la nota.

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