Omicidio Stefania Camboni: Giada Crescenzi potrebbe aver avuto un complice

Domani i carabinieri dei Ris torneranno nella villetta di Fregene dove Stefania Camboni è stata massacrata nel sonno, uccisa con oltre venti coltellate una settimana fa. Gli uomini della scientifica cercheranno nuove tracce e prove che potrebbero essere sfuggite nel primo sopralluogo subito dopo i fatti. Ieri l'unica accusata per l'omicidio, la nuora Giada Crescenzi, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Sono troppi gli elementi indiziari che portano a lei, che al momento rimane in carcere: per il giudice c'è il concreto rischio che si adoperi per inquinare le prove.
Le indagini dunque proseguono, soprattutto per stabilire se la 31enne indagata abbia agito da sola. Per la Procura di Civitavecchia Giada Crescenzi infatti potrebbe "aver agito con altri" ancora "non individuati". In poche parole: potrebbe avere avuto complice, difficile pensare che abbia fatto tutto da sola secondo gli inquirenti. Intanto la posizione del compagno e figlio della vittima non cambia: Francesco Violoni non è indagato, ha un alibi solido per quella notte (era a lavoro), ma secondo gli investigatori non è ancora da escludere che poteva essere al corrente del piano omicidiario.
Gli inquirenti hanno passato al vaglio anche le posizioni dell'ex compagno della donna e del figlio. Rimasta vedova alcuni anni fa, aveva avuto una relazione lunga e non sempre semplice con un uomo di Milano, terminata in modo burrascoso.
Intanto però tutti gli indizi concreti portano verso Giada Crescenzi: tracce di sangue lavato sono state riscontrate nel bagno e nella stanza dell'abitazione della vittima, ma anche nell'abitazione contigua dove la 31enne abitava con il compagno. Ci sono poi quelle ricerche fatte su internet su come lavare macchie di sangue da lenzuola e vestiti, come stordire con in tranquillanti e utilizzare veleni.
Gli inquirenti continuano a investigare poi i rapporti difficili all'interno della villetta. Francesco Violoni e Giada Crescenzi si erano visti costretti a trasferirsi dalla madre di lui dopo aver subito una truffa per l'affitto di un immobile. L'uomo aveva così chiesto aiuto alla madre dopo quasi due anni da quando aveva interrotto i rapporti. A quel punto la situazione si sarebbe però lentamente degradata, tra litigi e tensioni, dovuti anche alle condizioni psicologiche della 58enne.