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Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

Omicidio Serena Mollicone dopo l’assoluzione dei Mottola: quando sarà il processo d’Appello

Al via il prossimo 26 ottobre il processo d’appello sull’omicidio di Serena Mollicone, la diciottenne scomparsa il primo giugno del 2001 e ritrovata tre giorni dopo nel bosco di Arce. Lo scorso luglio la famiglia Mottola era stata assolta.
A cura di Beatrice Tominic
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Inizierà il prossimo 26 ottobre il giudizio di appello per l'omicidio di Serena Mollicone, la ragazza di diciotto anni scomparsa nel primo giugno del 2001 e trovata senza vita dopo tre giorni nel bosco di Arce priva di vita. A deciderlo la corte d'Assise d'appello di Roma. Il termine per fare ricorso contro la sentenza di primo grado, che vedeva l'assoluzione di tutti gli imputati, compresi tutti i membri della famiglia del maresciallo Mottola, sono scaduti alla fine dello scorso marzo: sono state presentate almeno cinque richieste di appello contro la loro assoluzione.

Il processo concluso lo scorso luglio e l'assoluzione dei Mottola

Il processo bis inizia a poco più di un anno dalla sentenza che ha visto assolta la famiglia Mottola. Il 15 luglio del 2022, la corte d'Assise di Cassino, dopo 46 udienze, ha assolto l'intera famiglia: il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, la moglie Annamaria e il figlio Marco. Come si è poi letto nelle motivazioni, i Mottola sono stati assolti "per non aver commesso il fatto". Secondo il giudice, gli elementi presentati non sarebbero stati abbastanza convincenti. A nulla sono serviti i segni rimasti sulla porta della caserma dei carabinieri di Arce, dove lavorava Franco Mottola; i depistaggi del maresciallo per non permettere di identificare l'automobile del figlio e persino la testimonianza di Santino Tuzi, il vicebrigadiere che dopo aver rilasciato la propria testimonianza sul caso si è ucciso, dichiarato inattendibile.

A seguito della sentenza, inoltre, sono stati gli stessi Mottola a chiedere di riaprire le indagini per trovare "il vero assassino". Assolti, in questo caso perché "il fatto non sussiste",  il luogotenente Vincenzo Quatrale imputato per concorso nell'omicidio e l'appuntato Francesco Suprano per favoreggiamento.

Al termine della requisitoria, invece, la sostituta procuratrice Beatrice Siravo aveva chiesto le condanne a 30 anni per il maresciallo, a 24 per il figlio e a 21 anni per la moglie. Anche nei dei due carabinieri erano state richieste le pene a 15 per Quatrale e a quattro per Suprano.

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