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Omicidio Luca Sacchi ucciso a Roma

Omicidio Sacchi, Del Grosso ha utilizzato i guanti per sparare a Luca: “Non voleva lasciare tracce”

Paolo Pirino e Valerio Del Grosso hanno anche ripulito la mazza usata per colpire Anastasiya Kylemnyk e Luca Sacchi la sera del 23 ottobre 2019. Secondo la pm Giulia Guccione, sarebbe la prova che l’aggressione era premedita. I due hanno fatto poi sparire le prove, liberandosi dei guanti, della mazza e della pistola.
A cura di Natascia Grbic
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Paolo Pirino e Valerio Del Grosso, i due ragazzi accusati insieme a Marcello De Propris di concorso in omicidio volontario per la morte di Luca Sacchi, hanno usato i guanti in lattice per impugnare mazza e pistola. Un particolare riportato da Il Messaggero ed emerso ieri durante la nuova udienza del processo davanti la Corte d'Assise. A sostenere la tesi, il consulente della procura Manuel Rubini. Non solo: dopo l'omicidio, Pirino e Del Grosso avrebbero lavato la mazza usata per colpire Luca e Anastasiya subito dopo l'omicidio. Sulla quale non sono state ritrovate impronte digitali, ma solo tracce biologiche. Qualche giorno dopo l'omicidio gli investigatori hanno trovato il guanto di lattice indossato da Del Grosso in un tombino a Casal Monastero: all'interno è stato rinvenuto il bossolo del proiettile 38 special che ha colpito Luca Sacchi oltre all'impronta genetica del 21enne. Un segno, secondo l'accusa, del fatto che i due stavano cercando di sbarazzarsi delle prove dell'omicidio. La pistola, invece, non è mai stata ritrovata. Così come i 70mila euro oggetto della trattativa per l'acquisto di 15 chili di marijuana. Secondo la pubblico ministero Giulia Guccione, l'uso dei guanti in lattice servirebbe a dimostrare che l'aggressione a Luca Sacchi e Anastasiya Kylemnyk era premeditata.

Indagato un altro ragazzo: è l'intermediario dei pusher

Nel corso del processo è emerso un nuovo indagato: si tratta di Valerio Rispoli, l'intermediario tra i pusher di Casal Monastero e il gruppo di Giovanni Princi (già condannato col rito abbreviato a quattro anni per droga). Rispoli avrebbe cancellato dal suo smartphone le chat più compromettenti dopo la morte di Luca. Quella sera, insieme a lui, c'era anche un altro ragazzo: Simone Piromalli, che al momento non risulta indagato. Entrambi, subito dopo l'omicidio, si erano recati dai carabinieri per raccontare cos'era accaduto la sera del 23 ottobre. Sono stati loro a ricostruire davanti agli inquirenti tutti i passaggi di quella drammatica serata.

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