Non Una di Meno in piazza per la Palestina: “Il genocidio a Gaza ci riguarda tutte”

"Quale questione complicata: il genocidio a Gaza ci riguarda tutte", è il grido di protesta per la Palestina organizzata da Non Una di Meno a piazza Capranica, dove le manifestanti si sono date appuntamento armate di pentole vuote e mestoli, pronte ad agitarle e a fare rumore. Scene che ad alcuni sembreranno lontane nel tempo e nello spazio, ma che da mesi sono parte di un copione che si ripete quotidianamente a Gaza.
"Vogliamo rompere la complicità del governo italiano, vogliamo rompere il silenzio", spiegano dalla piazza. Ed è proprio quello che hanno fatto agitando le chiavi di casa e sbattendo pentole e cucchiai. "Hanno entrambe un valore simbolico – dicono ancora – Vogliamo e dobbiamo non essere testimoni del dramma che sta accadendo e che dura da decenni e che sembra stia arrivando alle sue ultime battute", gridano le persone in protesta. "Quali vite valgono? Stop genocidio", si legge su uno striscione.

"La fame, la carestia, gli spostamenti forzati, le deportazioni interne e quelle programmate verso un insopportabile fuori, la grammatica di un genocidio. Corpi e territori sacrificabili: quanto accade in Palestina e nella Cisgiordania occupata mostra che non c'è fine all'orrore, all'arroganza dei ricchi e potenti padroni del mondo, alla disumanizzazione di chi viene colpitə e alla nostra", hanno scritto da Non Una di Meno chiamando alla mobilitazione, ennesima rappresentazione di intersezionalità e coscienza femminista in lotta contro il modello dei Paesi occidentali.
"La fittizia distribuzione di aiuti è l'ennesima arma di distruzione di massa nelle mani dell'esercito israeliano, con la copertura di Stati Uniti e Unione Europea – dicono ancora, chiedendo di togliere alla Humanitarian Gaza Foundation la distribuzione di beni di prima necessità per farne, invece, un dispositivo continuo e sicuro – Centomila persone piccole sono a rischio imminente di morte per malnutrizione, centinaia già quelle che non ce l'hanno fatta".

In piazza, davanti al Parlamento, si protesta contro quello che sta succedendo e sulle omissione del nostro Governo. "Dobbiamo riconvertire il piano di Riarmo Europeo in welfare e servizi pubblici e interrompere questo memorandum Italia-Israele. Per la presidente Meloni i tempi non sono ancora maturi per il riconoscimento dello stato di Palestina – a differenza di quanto già dichiarato in altri Paesi occidentali, ultimo il Canada, e europei come la Francia e il Regno Unito – Nel frattempo Trump ripete che a Gaza bisogna finire il lavoro, il parlamento israeliano approva l'annessione della Cisgiordania e Netanyahu nega anche la carestia che scorre in mondovisione".