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Nel Lazio un nuovo condono edilizio, Corrotti (Fdi): “Così sbloccheremo pratiche ferme da 20 anni”

Nel Lazio il centrodestra propone un nuovo condono edilizio. La consigliera regionale Laura Corrotti ha proposto una modifica alla legge regionale: “Sbloccheremo 47mila domande di sanatoria ferme da vent’anni”.
Intervista a Laura Corrotti
Consigliera regionale Fratelli d'Italia e presidente Commissione Urbanistica Regione Lazio
A cura di Enrico Tata
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Nel Lazio una proposta a firma Laura Corrotti, consigliera regionale di Fratelli d'Italia e presidente della Commissione Urbanistica e Politiche abitative, intende modificare la legge regionale del Lazio sui condoni edilizi. Un provvedimento del 2004 che a sua volta recepiva, a livello regionale, quanto stabilito dal cosiddetto ‘terzo condono edilizio' varato dall'allora governo Berlusconi. A causa di un inciso all'articolo 3 della legge regionale, nel Lazio sono attualmente bloccate circa 60mila pratiche di sanatorie edilizie. In pratica, una richiesta di condono non poteva essere accolta e restava bloccata se, dopo la presentazione della domanda, veniva apposto un vincolo.

Consigliera Corrotti, in cosa consiste la sua proposta di legge?

Si tratta di una piccola ma sostanziale modifica della legge regionale 12 del 2004, che ha recepito a sua volta il famoso terzo condono di Berlusconi, il 326 del 2003. Ma nel Lazio questa legge è stata recepita in maniera più restrittiva rispetto ad altre regioni e ha di fatto creato un vulnus normativo e una disparità di trattamento tra i cittadini che hanno avviato le pratiche di sanatoria. In pratica alcuni cittadini hanno presentato la pratica e questa è stata approvata in tempi celeri dalle amministrazioni comunali. Altri, invece, sono rimasti bloccati a causa di un vincolo apposto successivamente alla presentazione della domanda. E così le pratiche sono rimaste bloccate senza poter essere lavorate.

Laura Corrotti
Laura Corrotti

A cosa servirà la modifica della legge regionale del 2004?

Questa modifica, che di fatto cancella soltanto un inciso dall'articolo 3 della legge regionale, ha però un impatto importantissimo sul territorio della nostra regione. Basti pensare che solo a Roma sono circa 74mila pratiche presentate dopo il condono del 2003 e circa 20mila di queste sono bloccate perché è stato apposto un vincolo successivamente alla presentazione. Ci sono comuni della Regione che hanno moltissime pratiche bloccate si trovano anche in difficoltà, perché hanno incassato l'acconto degli oneri concessori e non possono restituirlo ai cittadini perché già inserito in bilancio. Insomma, la pratica non poteva né tornare indietro né andare avanti. Togliendo questo vincolo, possiamo dare una risposta a tutti i cittadini che hanno questa pratica bloccata da oltre 20 anni.

Quanti cittadini del Lazio sono coinvolti da questa modifica della legge?

In seguito all'approvazione della legge del 2004 sono state presentate 154mila domande di sanatoria e sono circa 47 mila le domande ancora bloccate. Chiaramente, non tutte le richieste saranno accolte, ma occorrerà valutare domanda per domanda, in base al tipo di vincolo apposto. Se paesaggistico o di tipo idrogeologico, per esempio. Quanto ai soldi, non abbiamo un calcolo preciso, ma si tratta di molti milioni di euro che la Regione e i comuni potrebbero incassare per l'evasione di queste pratiche. Parliamo di tanti soldi, un introito importantissimo per la nostra Regione e per i comuni.

Le opposizioni contestano il metodo del condono, che di fatto sana un abuso edilizio…

Questo non è un vero e proprio condono, ma si tratta semplicemente di dare dignità a tutte quelle persone, tante, che in venti anni non hanno ricevuto alcuna risposta. Non possiamo trattare in modo diverso i nostri cittadini, che hanno invece gli stessi diritti. Intervenire con questa modifica permette loro almeno di avere una risposta, negativa o positiva che sia. Hanno diritto di averla. Facciamo un esempio: ci sono fratelli, parenti, vicini di casa che hanno lo stesso identico abuso, ma uno è riuscito ad avere la sanatoria e l'altro ancora no perché la pratica non è stata lavorata. C'è stata una disparità incredibile e per questo stiamo cercando di dare una risposta ai cittadini che ci chiedono equi diritti.

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