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Muore dopo una liposuzione a Roma, si indaga sul personale dell’ambulanza privata

Continuano gli accertamenti sulla tragica morte di Ana Sergia Alcivar Chenche, avvenuta dopo un intervento di liposuzione. Verifiche sul personale dell’ambulanza privato e ulteriori accertamenti sullo studio medico, privo di defibrillatore.
A cura di Beatrice Tominic
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Lo studio di medicina estetica a Primavalle
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Continuano le indagini sulla morte della quarantaseienne Ana Sergia Alcivar Chenche, morta nei giorni scorsi dopo essersi sottoposta a un intervento di liposuzione in uno studio nel quartiere di Torrevecchia, nel quadrante nord ovest della capitale. Per l'accaduto sono state immediatamente aperte le indagini nei confronti del medico chirurgo, già finito a processo e condannato dopo un episodio simile, José Lizarraga Picciotti; un infermiere e un anestesista. Nello studio, secondo le ultime verifiche, non ci sarebbe stato un defibrillatore.

Al vaglio degli investigatori, però, nelle ultime ore è finita anche la posizione del personale sanitario medico a bordo dell'ambulanza privata che ha prelevato la quarantaseienne a Torrevecchia dopo la chiamata del dottore diverse ore dopo il malore.

Il chirurgo José Lizarraga Picciotti (Foto Instagram)
Il chirurgo José Lizarraga Picciotti (Foto Instagram)

Perché si indaga anche sul personale dell'ambulanza

Gli inquirenti stanno ancora cercando di ricostruire cosa sia realmente accaduto in quella tragica giornata. Dopo aver aperto le indagini a carico dei tre dottori, stanno continuando gli accertamenti. Al vaglio degli inquirenti anche la posizione del personale sanitario dell'ambulanza privata che si è occupata di trasportare Ana Sergia Alcivar Chenche dallo studio di Torrevecchia in ospedale, dove poi è morta.

Lo scopo di chi indaga sarebbe quello di cercare di comprendere chi abbia dato indicazioni sul trasporto al policlinico Umberto I che, rispetto ad altre strutture della zona, risulta essere più lontano e difficilmente raggiungibile. Quando sono arrivati nello studio di Torrevecchia, la quarantaseienne era già agonizzante, ma nessuno avrebbe pensato ad una destinazione alternativa per soccorrere la donna. Inoltre sembra che nessuno dei presenti abbia chiamato il 118 o l'ospedale Umberto I per avvertire dell'arrivo dell'ambulanza con la donna in condizioni critiche a bordo. Non si esclude che presto possano essere iscritte nuove persone sul registro degli indagati della procura della Repubblica di Roma che potrebbe iscriverli sul registro degli indagati.

Le indagini sullo studio medico privo di defibrillatore

Continuano le verifiche anche sulle figure dei tre sanitari già indagati per omicidio colposo. Nello studio medico, senza autorizzazioni, in cui operavano non c'era nessuno defibrillatore, nessuno strumento di primo intervento e nessuna cartella clinica. I pm di Roma stanno valutando anche l'accusa di esercizio abusivo della professione medica.

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