Morta schiacciata dal cancello delle Torri dell’Eur: condannati fabbro e capocantiere

Due condanne per omicidio colposo ed un'assoluzione è il verdetto di primo grado per la morte di Isabella Monti, la sessantaseienne schiacciata dal cancello delle Torri Ligini dell'Eur, dette anche ‘Torri Beirut', per il loro stato d'abbandono, davanti agli occhi della figlia il 15 ottobre del 2015. Il giudice ha condannato Giuseppe Zaccardo, sessantuno anni, ad un anno ed otto mesi di reclusione e Franco Carioti ad un anno di reclusione. Entrambi lavoratori della ditta Va.ri.an, il primo, fabbro, è ritenuto responsabile di aver accetatto il lavoro di cui doveva occuparsi senza averne la preparazione necessaria, mentre il secondo, il capocantiere, per il giudice non avrebbe controllato che venisse effettuata correttamente ed in maniera che risultasse sicura la saldatura del cancello di 700 chili, che con il suo peso ha ucciso la donna e mancato per poco la figlia trentenne. La sentenza ha invece assolto il terzo imputato, Mauro Angeletti, allora coordinatore della sicurezza.
Isabella Monti morta schiacciata dal cancello delle Torri Ligini dell'Eur
La sentenza di primo grado è arrivata a distanza sei anni dalla tragedia che ha portato alla scomparsa di Isabella, strappata all'affetto dei suoi cari. Nell'area dell'incidente, in via Cristoforo Colombo, era in corso un cantiere. Al momento dei drammatici fatti la donna stava camminando in strada in compagnia della figlia e del marito, quando, improvvisamente, il cancello è caduto ed ha travolto la sessantaseienne. Purtroppo inutile la corsa in ambulanza al pronto soccorso a sirene spiegate dove Isabella è arrivata in condizioni critiche ed è morta per i gravi traumi riportati dopo poche ore il suo arrivo all'ospedale Sant'Eugenio.