Ministero della Giustizia costretto a risarcire un detenuto: la cella in carcere era troppo piccola

Una cella troppo piccola al carcere di Cassino, ex detenuto vince la causa in tribunale. Il ministero della Giustizia dovrà ora risarcire l’uomo con oltre duemila ottocento euro, circa otto euro per ogni giorno trascorso nella cella che violava i diritti umani. Il cinquantenne ha trascorso ben trecento cinquantuno giorni in uno spazio vitale non più ampio di tre metri.
Cella troppo piccola a Cassino: viola i diritti umani di base
Condizioni inumane che violano l’articolo tre della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Secondo la legge internazionale, escludendo lo spazio per i servizi igienici, letto ed armadio, una persona detenuta deve avere uno spazio di almeno quattro metri in cui potersi muovere. Ogni condizione con spazio inferiore è da considerarsi tortura contro il singolo individuo. L’uomo era detenuto nel carcere di Cassino dal 2018 al 2023, tuttavia nella cella in questione avrebbe trascorso circa trecento cinquantuno giorni.
Il tribunale dà ragione all’ex detenuto: risarcito con quasi tremila euro di danni
Affidandosi agli avvocati Vincenzo e Matteo Macari, il cinquantenne ha potuto denunciare davanti al Tribunale di Roma le condizioni inumane in cui ha vissuto per circa un anno. Il giudice ha dato ragione alla parte offesa sottolinenando nella sentenza come la pena dell’uomo sia stata resa inumana a causa delle condizioni della cella. Lo spazio minimo per muoversi non assicurava i diritti sanciti nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo e ha aumentato le condizioni di sofferenza in cui il cinquantenne già versava.
Ora a risarcire sarà il Ministero della Giustizia. Il Tribunale ha infatti confermato che l’uomo dovrà ricevere quasi tremila euro per il danno fisico e morale perpetrato nei suoi confronti per quasi un anno. Ai duemila ottocento euro, lo Stato dovrà inoltre aggiungere anche le spese legali che il cinquantenne ha dovuto pagare per avviare il processo.