Mini lockdown a Latina, direttore Asl: “Virus diffuso in tutta la provincia, scenario preoccupante”

Sono quattordici i comuni in provincia di Latina che "hanno superato abbondantemente la soglia di attenzione". Così il direttore generale della Asl Giorgio Casati, in riferimento al mini lockdown che ha colpito la provincia dal 9 ottobre. Locali chiusi a mezzanotte, massimo quattro persone per tavolo, cerimonie religiose e feste private limitate a venti persone e smart working laddove necessario sono solo alcuni dei punti previsti dall'ordinanza firmata dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Le misure adottate – continua Casati – la cui permanenza in vigore è fissata in due settimane, sono state rese necessarie dall'andamento dei dati epidemiologici che, in questi ultimi giorni, ha fatto registrare trend tali da giustificare un livello di attenzione superiore a quello fino ad oggi mantenuto". Ogni 10mila abitanti in provincia di Latina, 14 sono contagiati. "Se si osserva la distribuzione dei casi per singolo Comune, ben 14 hanno superato abbondantemente la soglia di attenzione, fissata in 10 casi attivi per 10.000 abitanti, e altri 4 si avvicinano a tale parametro", spiega Casali.
Dal 4 ottobre i casi di coronavirus a Latina sono aumentati del 155%. Questi dati, secondo quanto riportato da Casati, dimostrano "in modo inequivocabile che il virus è estremamente diffuso in tutta la provincia che, essendo un sistema aperto, deve pertanto essere considerata come entità unitaria sulla quale intervenire anche allo scopo di preservare il più possibile le realtà con situazioni meno significative". La maggior parte dei cluster sarebbero lavorativi oppure legati a feste organizzate in seguito a cerimonie, partecipate da persone provenienti anche da comuni differenti. "La situazione attuale del contagio in provincia di Latina – conclude Casati – è pertanto preoccupante non solo per il momento contingente ma, anche, letto in ottica prospettica. Con l'avvento dell'autunno e dell'inverno, infatti, le condizioni climatiche maggiormente favorevoli alla diffusione del virus e, in concomitanza, l'inevitabile insorgere delle malattie di stagione, con particolare riferimento all'influenza, dipingono uno scenario certamente non semplice da affrontare in un contesto territoriale dove la SARS-CoV-2 risultasse ancora diffusa con le caratteristiche attuali".