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“Mi hanno chiesto un certificato medico che accertasse la mia omosessualità per il vaccino Hpv gratis”

Claudio racconta a Fanpage.it la discriminazione che avrebbe subito durante la prenotazione telefonica del vaccino Hpv.
A cura di Simona Berterame
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Immagine di repertorio
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"Volevo prenotare il vaccino per l'Hpv, essendo omosessuale sapevo già di essere tra le categorie individuate dalle linee guida sanitarie come a rischio, e quindi esentate dal pagamento del servizio, ma la richiesta che ho ricevuto dall'operatore che mi ha risposto al telefono mi ha lasciato senza parole". Inizia così il racconto di Claudio (nome di fantasia, ndr.) un cittadino romano che ha provato alcuni giorni fa a fissare un appuntamento con la Asl Roma 3 per la vaccinazione contro il papilloma virus. In fase di prenotazione, però, gli sarebbe stato chiesto di "certificare" la sua omosessualità.

"Mi è stato richiesto di presentare un certificato medico rilasciato dal mio medico curante che attestasse il mio orientamento sessuale per accedere all’esenzione – spiega Claudio – sono rimasto sbalordito ed ho fatto presente che secondo la normativa, sarebbe bastata un'autodichiarazione per attestare l’appartenenza a una delle categorie esentate, senza necessità di ulteriori certificazioni".

Secondo il racconto di Claudio, l’operatrice al telefono avrebbe però insistito, affermando che "sarebbe comunque preferibile una certificazione medica, poiché chiunque potrebbe autodichiarare di appartenere a una categoria a rischio, aggirando così il pagamento".

L'uomo ha deciso di raccontarci la sua storia: "Ritengo inaccettabile e profondamente lesivo della dignità personale il fatto che venga richiesto un certificato medico che attesti l’orientamento sessuale di un cittadino, assimilando di fatto tale condizione a una patologia".

La risposta della Asl

Abbiamo chiesto una replica alla Asl Roma 3 che ha risposto attraverso un comunicato: "Nell’esprimere solidarietà all’utente, precisiamo che da anni il servizio legato al numero verde contattato viene gestito in appalto da una società esterna. Ribadendo la nostra quotidiana operatività sempre tesa alla tutela della dignità della persona e contro ogni tipo di possibile discriminazione, abbiamo immediatamente avviato un’indagine conoscitiva interna convocando tutti i dipendenti che assicurano il servizio di risposta ai numeri della ASL per ricostruire cosa sia accaduto nella comunicazione tra gli operatori e l’utente stesso".

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