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Matrimonio di Mario Pincarelli in carcere, un parente della sposa insulta e sputa ai giornalisti

Tensioni fuori dal carcere di Civitavecchia, dov’è in programma il matrimonio di Mario Pincarelli, tra i condannati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro. La sposa: “È innocente, lo aspetterò”.
A cura di Alessia Rabbai
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Mario Pincerelli
Mario Pincerelli

Oggi nel carcere Borgata Vecchia di Civitavecchia è in programma il matrimonio di Mario Pincarelli, uno dei condannati in via definitiva (21 anni) per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte. Il 21enne è stato massacrato di botte e ucciso il 6 settembre del 2020 in piazza a Colleferro. In mattinata ci sono state tensioni fuori dal carcere, con una persona, probabilmente un parente della sposa, che si è scagliato contro giornalisti e fotografi, insultandoli e sputandogli addosso. La sposa è arrivata a bordo di una Fiat 500 con un vestito rosa lucido e il volto coperto, per nascondersi dalle telecamere, diretta verso la cappella per incontrare lo sposo. Il matrimonio consentirà ai novelli sposi d'incontrarsi una volta a settimana in carcere.

La sposa di Pincarelli: "Mario è innocente e lo aspetterò"

"Credo a Mario, per me è innocente. Sono innamorata di lui e aspetterò che esca dal carcere". Sono le parole della moglie di Pincarelli. Quella di oggi è una cerimonia con il rito civile, alla presenza di pochi intimi e inaccessibile alle telecamere dei giornalisti. Trentadue anni, residente nel Comune di Bracciano in provincia di Roma, la sposa si è innamorata di lui vedendolo in televisione e si sono scambiati diverse lettere, fino a quando lei non ha preso l'iniziativa e gli ha chiesto di sposarla. A fare da testimone alle nozze è l’avvocato di Pincarelli, Loredana Mazzenga.

Mario Pincarelli condannato a 21 anni di carcere

Mario Pincarelli il 9 aprile scorso è stato condannato in via definitiva a 21 anni di carcere per omicidio in concorso. I giudici della Suprema Corte di Cassazione hanno confermato le pene per lui e per Francesco Belleggia (23 anni in via definitiva), il quale, originariamente ai domiciliari, dopo la sentenza è stato portato nel carcere di Velletri. Per gli altri due imputati, i fratelli Mario e Gabriele Bianchi, è stato invece chiesto un nuovo processo in Appello, limitatamente alle attenuanti generiche.

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