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Scomparsa Denisa Maria Adas

Maria Denisa Adas scomparsa da due settimane: indagato un avvocato per sequestro di persona

La procura di Prato ha iscritto sul registro degli indagati l’avvocato ritenuto presunto mandante del rapimento di Denisa Maria Adas, la donna scomparsa da Prato ormai da due settimane. L’ipotesi è di reato è sequestro di persona in concorso.
A cura di Natascia Grbic
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La procura di Prato ha iscritto nel registro degli indagati per la scomparsa di Denisa Maria Adas un avvocato di 45 anni residente in Calabria. L'ipotesi di reato è sequestro di persona. L'uomo avrebbe avuto dei contatti con la madre della ragazza, Maria Cristina Paun, nei giorni successivi alla sparizione della figlia: secondo quanto riferito da un'amica della ragazza scomparsa, l'uomo avrebbe detto di sapere chi aveva rapito Denisa, e che sarebbe stato disposto a fare da tramite con la banda di sequestratori al fine di far tornare la ragazza a casa. L'ipotesi della procura è che o sia coinvolto nel rapimento della giovane, oppure che disponga di informazioni cruciali in tal senso. Saranno svolte perizie su Dna e impronte digitali trovate nel residence dove aveva preso alloggio la 30enne e nell'auto della donna.

Una tesi, quella del pubblico ministero Luca Tescaroli, da verificare. Ieri le avvocate della madre di Adas, Gabriella Bellanova e Marianna De Simone, sono state convocate in procura a Prato per aggiornarle sulle indagini riguardo la scomparsa della ragazza. "Abbiamo suggerito qualche elemento in più alla Procura chiedendo di fare un controllo su possibili conti correnti e su carte intestate alla ragazza – spiega Bellanova – Sicuramente siamo state rassicurate sul fatto che le indagini le stanno conducendo ad ampio raggio, con grande dispiegamento di forze dell'ordine, e stanno vagliando le varie possibilità. Noi su questa persona non abbiamo informazioni, a noi non risulta che sia un mediatore, che abbia informazioni su Denisa o abbia avuto una partecipazione attiva in quanto accaduto. Stiamo cercando di capire se sia successo qualcosa nei giorni prima, perché i sequestri in genere sono anticipati da avvisaglie o avvertimenti. Se rapimento c'è stato, è stato capillare e organizzato con dovizia: lei è stata prima a Montecatini, quindi c'è da chiedersi perché abbiano atteso che andasse a Prato. Sono tante le domande. Quanto è successo è anomalo, personalmente – ma è un'opinione personale – credo possa essere più opera di un balordo che un'operazione strutturata".

L'ipotesi del sequestro per ora è quella seguita dalla Procura di Prato, che sta visionando le telecamere di sorveglianza della zona per vedere se abbiano catturato qualcosa di utile alle indagini. Secondo quanto emerso, l'ultima cella agganciata dal telefono di Adas sarebbe vicina a un'uscita dell'autostrada, segno che o lei o qualcun altro, forse si stava dirigendo fuori Prato. Oltre a questo, dalla notte tra il 15 e il 16 maggio, della ragazza non c'è stato più nessun avvistamento o contatto. Le telecamere fuori dal residence non sono funzionanti, e non ci sono immagini della giovane fuori dalla struttura.

C'è poi un altro particolare che è emerso nelle ultime ore: la madre di Denisa Adas, Maria Cristina Paun, ha dichiarato che la figlia è divorziata in Romania, ma che a oggi la sua situazione civile non è ancora stata aggiornata in Italia. Da capire quindi se la giovane, oltre al passaporto che è rimasto in macchina, avesse anche altri documenti con sé, che o sono stati fatti sparire, o usati per costringerla a spostarsi senza destare sospetti. Certo è che sui clienti la procura dovrebbe aver fatto tutte le indagini del caso, verificando i loro alibi. Ma a chi ha aperto la porta Denisa Adas quella notte? I suoi telefoni sono spariti, probabilmente non a caso.

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