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Mangia un’anguilla alla Vigilia di Natale e ingoia l’amo che l’ha pescata: operato d’urgenza

Tragedia sfiorata a Bagnoregio in provincia di Viterbo, dove un uomo è finito in ospedale ed è stato operato d’urgenza per aver ingoiato un amo mentre mangiava un’anguilla.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine da Getty Images
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Un uomo è finito in ospedale ed è stato operato d'urgenza a causa di un amo che ha ingoiato per sbaglio, mentre mangiava un'anguilla al cenone della Vigilia di Natale. È successo a Bagnoregio, Comune in cui si trova "Civita, la città che muore" in provincia di Viterbo. Fortunatamente l'uomo è stato preso in tempo ed è fuori pericolo, dopo il tempestivo intervento dei medici, che lo hanno sottoposto ad una delicata operazione chirurgica per rimuovere l'amo e gli hanno salvato la vita.

Secondo le informazioni apprese l'uomo domenica scorsa era insieme alla sua famiglia e stava festeggiando la Vigilia di Natale con il tradizionale cenone in attesa dell'arrivo della mezzanotte e di scartare i regali. Un cenone che, come da tradizione cattolica, in questa giornata di attesa per la nascita di Gesù Bambino, è a base di pesce. Tra le pietanze a tavola c'era anche l'anguilla, immancabile in molte famiglie nel periodo delle feste e tra i piatti della cucina laziale. L'uomo ne ha addentato un boccone e lo ha ingoiato, forse senza masticare bene. Mandando giù, in gola è finito anche l'amo con il quale l'anguilla era stata pescata per poi essere venduta in pescheria.

Solo a quel punto quando l'amo era ormai all'interno del suo corpo l'uomo si è accorto che qualcosa non andava ed è corso in ospedale. Giunto al pronto soccorso è stato affidato alle cure dei medici, che lo hanno sottoposto agli accertamenti del caso per poi operarlo d'urgenza. Fortunatamente l'amo si è fermato nella trachea, senza raggiungere lo stomaco ed è stato rimosso chirurgicamente. Un episodio bizzarro che sarebbe potuto culminare in tragedia, ma che si è concluso con il lieto fine. Le sue condizioni di salute sono buone e non rischia di morire. Resta il dubbio di come nessuno prima che finisse nel piatto se ne sia accorto, da chi lo ha venduto a chi lo ha cucinato

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