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Malata terminale muore dopo un’iniezione letale in ospedale: marito e medico accusati di omicidio

Una 47enne è morta all’ospedale Idi di Roma dopo un’iniezione letale di cloruro di potassio. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario per il medico e il marito della donna.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio volontario per un medico 36enne dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata (Idi) e un uomo di 53 anni. Secondo l'accusa, i due avrebbero ucciso la moglie del secondo, malata terminale, con un'iniezione letale. Il 53enne, sostiene il pm Stefano Luciani, avrebbe chiesto di porre fine alle sofferenze della donna, e il dottore le avrebbe somministrato una quantità letale di cloruro di potassio. Il prossimo 10 novembre il gup Daniela Ceramico D'Auria deciderà se accettare o meno la richiesta della Procura.

Il racconto degli ultimi minuti di vita della 47enne

L'episodio contestato è avvenuto intorno alla mezzanotte del 13 febbraio 2019. Una donna di 47 anni era ricoverata all'Idi per un tumore al colon. Era considerata malata terminale e avrebbe avuto davanti poche ore di vita ancora. Nell'interrogatorio davanti al pm, suo marito ha raccontato gli ultimi momenti di vita della moglie riportarti dal Corriere della Sera.

"Si agitava e rantolava, nonostante mi fossi assicurato che durante la sedazione non avrebbe sofferto", ha spiegato il 53enne, "arrivò il medico di guardia che cominciò ad armeggiare con la flebo". Quando chiedeva perché sua moglie continuava a essere agitata, l'uomo gli avrebbe risposto: "Adesso cerchiavo di vedere cosa si può fare".

A quel punto, il medico di guardia sarebbe uscito dalla stanza per poi tornare con un "porta strumenti al cui interno vi era una siringa", ha detto il 53enne. Dopodiché, avrebbe iniettato il contenuto nella flebo: "Mia moglie ha esalato quattro, cinque respiri ed è morta".

Marito e medico potrebbero finire a processo

Secondo la Procura, sarebbe stato proprio il 53enne a chiedere di porre fine alle sofferenze della 47enne. Lui, però, afferma di essere "contrario all'eutanasia" e che proprio per questo motivo aveva "fatto ricoverare mia moglie all'Idi, affinché potesse essere curata e proseguire la sua vita in condizioni quanto meno accettabili".

Il marito della 47enne ha ribadito "di essersi prodigato con il personale dell'Idi per chiedere di darle qualcosa per non farla soffrire, ma non per condurla alla morte", e che quindi agirà "contro questo medico". Il dottore in questione, all'epoca dei fatti 32enne, appena dopo questo episodio era stato licenziato e sospeso dall'Ordine dei medici di Latina.

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