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Mai più feti sepolti senza consenso, Alfonsi: “Una donna deve poter scegliere, Roma città dei diritti”

A Roma è stata approvata la modifica del Regolamento di polizia cimiteriale. Ne abbiamo parlato con l’assessora all’Ambiente Alfonsi, che ha presentato la proposta, e con la presidente della commissione Pari opportunità Michela Cicculli.
A cura di Natascia Grbic
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A due anni dalla denuncia di Marta Loi, Roma ha modificato il Regolamento di polizia cimiteriale: la donna interessata e gli aventi diritto potranno scegliere se cremare o inumare il feto abortito tra le venti e le ventotto settimane, e sarà garantito l'anonimato. Mai più nomi sulle croci senza consenso, mai più sepolture senza tenere conto della volontà della donna.

La capitale è arrivata a questo step con grande ritardo, a due anni dall'esplosione del caso ‘cimitero dei feti'. "Il Regolamento doveva essere cambiato immediatamente, non appena scoperti i fatti del Flaminio – spiega a Fanpage.it l'assessora all'Ambiente Sabrina Alfonsi, che ha presentato la proposta di modifica – Si è trattato di un episodio molto grave che ha scosso la città, le associazioni delle donne, il mondo femminista e tutti coloro che sono per la libertà di scelta, che deve essere garantita dall'inizio alla fine".

Alfonsi: "Roma città dei diritti e dell'accoglienza"

Le donne che dovevano ricorrere all'aborto terapeutico non avevano questa possibilità di scelta. Il feto veniva seppellito anche senza chiederlo, pure se contro la loro volontà. Sulla croce in molti casi era scritto il nome della donna che aveva interrotto la gravidanza: in tante hanno scoperto che al cimitero Flaminio c'era una lapide con il loro nome. "Una donna deve poter scegliere se rimanere nell'anonimato o di non volerne sapere più nulla – continua Alfonsi – Può non avere nessuna volontà di pensare dove finisce il prodotto di quell'interruzione, fino ad arrivare a chi invece ne ha desiderio, e magari sceglie la cremazione, l'inumazione, il cippo oppure no. Senza contare la libertà della propria scelta religiosa: fa impressione che al cimitero dei feti non c'erano solo i nomi, ma i nomi sulle croci. Immaginiamo come si sono sentite le donne musulmane o laiche che si sono ritrovate in quella situazione".

Queste modifiche al Regolamento arrivano in un momento storico particolare. Il nuovo Governo si è appena insediato ed è stato subito chiaro che il diritto all'autodeterminazione sarà uno dei temi su cui ci sarà da fare battaglia. "Roma si schiera a fianco di questa legge e della libertà di scelta, che arriva in un momento di forte battaglia politica. Basti pensare a Gasparri, che come primo atto ha presentato una proposta di legge che vuole dare il riconoscimento giuridico al concepito. Roma si caratterizzerà invece come una città dei diritti, dell'accoglienza, e di quei diritti civili che oggi non vengono ancora riconosciuti".

A questo proposito, l'amministrazione ha un progetto in cantiere: quello di riservare una parte dei cimiteri capitolini alle altre confessioni. "Stiamo lavorando per riconoscere degli spazi ad altre confessioni, che da qualche tempo ne hanno fatto richiesta. Roma darà a queste comunità la possibilità di avere parte del cimitero. Stiamo ragionando anche su cappelle laiche dove poter svolgere funzioni di saluto dei defunti, proprio nell'ottica di dare accoglienza a tutti quanti", conclude Alfonsi.

Cicculli: "Corpo delle donne terreno di contesa"

Sul tema è intervenuta anche la presidente della Commissione Pari opportunità Michela Cicculli. "In tante abbiamo trovato una voce comune per per denunciare questa assurda realtà e in generale le continue violazioni della 194 – dichiara a Fanpage.it – I problemi sono a monte, all'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza, all'obiezione di coscienza strumentale, alla mancanza di educazione sessuale".

"Mettere la scelta della donna sempre come prioritaria ci permetterebbe di rispettare non solo la legge ma soprattutto le libertà civili e politiche, è una questione di cittadinanza. È evidente che oggi non è così. Cosa sarebbe successo se su quelle croci ci fossero stati i nomi di migliaia di uomini? Perché il corpo delle donne è terreno di contesa politica sociale e religiosa". E aggiunge: "Potremmo inserire come a Milano la cremazione come opzione automatica salvo diversa richiesta della donna evitando che terze parti possano sostituirsi alla persona interessata".

Per Cicculli sono ancora molti i passi da compiere. Il lavoro, seppur avanzato a livello politico in alcuni ambiti, non è ancora completato. "Non siamo più avanti di altre città, che grazie alla normativa regionale possono agire in collaborazione con le Asl affinché si proceda senza seppellimento salvo diversa scelta della donna. Qui dobbiamo ancora lavorare sul tema della laicità, dei consultori, delle educazione sessuale nelle scuole".

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