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Madonna di Trevignano, news su Gisella Cardia

Madonna di Trevignano, il vescovo Salvi: “Ho subito pressioni dagli Usa nel giudizio su Gisella”

Il vescovo di Civita Castellana Marco Salvi commenta i risultati della superperizia sulla statuetta della Madonna di Trevignano. “Per me vicenda era già conclusa con il decreto, ho ricevuto pressioni nel giudizio dagli Usa”.
A cura di Alessia Rabbai
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Gisella Cardia e il vescovo Marco Salvi
Gisella Cardia e il vescovo Marco Salvi
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"Sulla vicenda di Gisella Cardia ho subito diverse pressioni anche dagli Usa, con certi ambienti culturali e religiosi che cercavano di influenzare il mio giudizio. Era diventata un fenomeno globale". Il vescovo di Civita Castellana Marco Salvi, intervistato da La Repubblica, ha commentato i risultati della superperizia di Emiliano Giardina dai quali emerge che il DNA sulla statuetta della Madonna di Trevignano e sul quadro di Cristo appartiene a lei. Risultati che potrebbero portare la Procura della Repubblica di Civitavecchia, che indaga sul caso, a chiedere il rinvio a giudizio per i coniugi Cardia per il reato di truffa in concorso.

Salvi spiega che ci sono stati sacerdoti che hanno sostenuto Scarpulla anche dall'estero, soprattutto dalla Francia e dalla Polonia, ma anche Oltreoceano. Lui stesso ha spiegato di avere ricevuto pressioni in merito alla formulazione del decreto del 6 marzo del 2024 sulle apparizioni di Trevignano, dichiarate false con la formula "Constat de non supernaturalitate" ossia non c'è alcuna soprannaturalità in ciò che accade a Trevignano Romano: la Madonna sul Lago di Bracciano non è mai apparsa.

Una vicenda quella che ruota intorno a Gisella Cardia che, spiega il vescovo, per lui si è conclusa oltre un anno fa. "La conferma che non ci fosse nulla di miracoloso derivava già da tutte le evidenti incongruenze che sono state prese in esame dalla commissione e che poi hanno determinato il mio giudizio" spiega Salvi. Incongruenze di tipo teologico, rispetto alla Sacra Scrittura e in merito al profilo psicologico di Scarpulla.

"I professionisti che hanno lavorato alla commissione d'inchiesta tra i quali un biblista, un teologo, uno psicologo e un canonista hanno trovato contraddizioni, omissioni e bugie. E, non ultimo aspetto, questa vicenda non ha generato unione, ma divisione tra i fedeli, ciò è stato fondamentale per il Dicastero per la dottrina della fede. In merito alle ricadute che ci sono state all'interno della diocesi di Civita Castellana della quale Trevignano fa parte spiega: "Fortunatamente i sacerdoti mi hanno ascoltato e non hanno dato molta retta a Scarpulla, così come la maggior parte dei fedeli".

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