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L’ordine è stato eseguito: il manifesto che annunciò ai romani l’eccidio delle Fosse Ardeatine

Ottanta anni fa l’eccidio delle Fosse Ardeatine a Roma. Il comunicato che annunciò l’uccisione di 335 persone come rappresaglia per l’attentato di via Rasella fu diffuso il giorno dopo l’eccidio: “Il comando germanico ha ordinato che, per ogni tedesco ucciso, 10 criminali comunisti badogliani siano fucilati. Quest’ordine è già stato eseguito”.
A cura di Enrico Tata
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Ottant'anni fa, il 25 marzo del 1944, l'eccidio delle Fosse Ardeatine a Roma. Morirono 335 persone, tutti uomini. Le esecuzioni cominciarono intorno all'ora di pranzo e andarono avanti fino a tarda sera. Poi i soldati nazisti, per nascondere i corpi, coprirono le cave con l'immondizia. Furono uccisi ebrei, antifascisti, membri della Resistenza, ma anche persone rastrellate per caso dalla polizia. La rappresaglia tedesca fu annunciata ai romani con un manifesto affisso sui muri della città e pubblicato sui giornali: "L'ordine è stato eseguito". Così terminava il comunicato.

"Fu un drammatico crimine contro l'umanità che noi abbiamo il dovere di ricordare, onorando la memoria di quelle vittime, persone di ogni età, ogni estrazione sociale, uno spaccato dell'Italia, tantissimi ebrei", ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. "Qui gli orrori della guerra toccarono uno dei punti più bassi ma poi ci fu la rinascita, la resistenza, la liberazione di Roma e quindi questa è una ricorrenza dolorosa, che unisce, ma ci fa anche ricordare l'importanza dei valori di libertà che abbiamo conquistato e sono scolpiti nella nostra costituzione", ha aggiunto il primo cittadino.

L'attentato di via Rasella

L'eccidio delle Fosse Ardeatine è collegato a ciò che avvenne alle 16 del 23 marzo 1944, quando i partigiani attaccano i tedeschi dell’undicesimo reparto Polizei Regiment Bozen in via Rasella a Roma. L'attentato viene pianificato ed eseguito dai GAP (Gruppi di Azione Patriottica). Muoiono 33 soldati tedeschi e un civile.

La rappresaglia tedesca alle Fosse Ardeatine

Quando a Adolf Hitler viene a conoscenza di quanto avvenuto a via Rasella, decide di deportare 10mila persone e di distruggere il centro di Roma come rappresaglia. Poi dice di volere 50 italiani morti per ogni tedesco ucciso. Inizia una lunga trattativa con Herbert Kappler, colonnello delle SS al comando della polizia segreta e della Gestapo a Roma. Alle 22 viene diramato l'ordine finale: 10 italiani morti per ogni tedesco ucciso a via Rasella. Un ordine da eseguire entro 24 ore.

Kappler e il suo braccio destro Erich Priebke, con la collaborazione del questore Caruso, stilano la lista delle persone da giustiziare per tutta la notte. La mattina seguente scelgono il posto dell'esecuzione. Serve una camera mortuaria naturale e viene trovata nelle Cave Ardeatine, fosse da dove è stata estratta, nei secoli, la pozzolana che è servita per costruire i palazzi di Roma.

Inizialmente i tedeschi morti sono 32 e le vittime designate 320. Poi i morti diventarono 33 e le vittime italiane, 330. Alle Fosse Ardeatine muoino 335 persone, perché nella fretta i tedeschi rastrellano cinque cittadini in più.

Le vittime sono membri della Resistenza, ma ci sono anche settanta ebrei, detenuti presi nelle prigioni di Regina Coeli e via Tasso, ma anche alcuni cittadini che passeggiavano per caso nei dintorni di via Rasella.

Il comunicato nazista: l'ordine è stato già eseguito

Come detto, l'annuncio della rappresaglia viene diramato dopo l'uccisione di 335 persone. Il 15 marzo 1944 il comunicato viene diffuso dall'agenzia Stefani, viene pubblicato sul Messaggero e affisso sui muri dei palazzi della Capitale.

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Il comunicato tedesco recita così:

Nel pomeriggio del 23 marzo 1944 elementi criminali hanno eseguito un attentato con lancio di bombe contro una colonna tedesca di polizia di transito in via Rasella, in seguito a questa imboscata, 32 uomini della polizia tedesca sono stati uccisi e parecchi feriti. La vile imboscata fu eseguita da comunisti badogliani. Sono ancora in atto le indagini per chiarire fino a qual punto questo criminoso fatto è da attribuirsi ad incitamento anglo-americano. Il Comando tedesco ha deciso di stroncare l'attività di questi banditi. Nessuno dovrà sabotare impunemente la cooperazione italo-tedesca. Il Comando germanico ha, perciò, ordinato che, per ogni tedesco ucciso, 10 criminali comunisti badogliani siano fucilati. Quest’ordine è già stato eseguito.

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