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Liceo Albertelli occupato a Roma: “Studenti iscritti in calo: il preside dice che è colpa nostra”

“Il preside ha dato la colpa a noi studenti perché abbiamo denunciato fatti gravi, ma la colpa è di chi ha permesso che si creassero certe situazioni”, spiega una degli studenti. Nel frattempo un picchetto al liceo Ripetta.
A cura di Beatrice Tominic
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Gli striscioni calati dal Pilo Albertelli questa mattina.
Gli striscioni calati dal Pilo Albertelli questa mattina.

Gli e le studenti del liceo Pilo Albertelli hanno occupato la scuola. Si tratta della prima occupazione di quest'anno e arriva a poche ore di distanza dall'occupazione della facoltà di Scienze Politiche della Sapienza.

"Quest'anno nella nostra scuola si sono formate soltanto due classi prime – racconta a Fanpage.it una studentessa del Pilo Albertelli che si trova nella sede del occupata – Siamo stati accusati di essere colpevoli del declino del nostro liceo: il preside ha dato la colpa a noi studenti, senza assumersi le proprie responsabilità".

Negli ultimi anni il liceo Pilo Albertelli è finito più volte nelle cronache cittadine. Dal professore che ha rivolto insulti sessisti ad un'alunna, alle avances rivolte su Facebook da un altro docente nei confronti di un'altra studentessa fino ai problemi legati al disagio psicologico e all'edilizia dell'edificio: sono molti i casi venuti allo scoperto negli ultimi due anni.

"L'accusa nei nostri confronti è quella di aver denunciato fatti gravi avvenuti a scuola. Ma la reale responsabilità è di chi ha permesso che queste situazioni si presentassero e si aggravassero nel nostro istituto – continua – Non è colpa delle nostre denunce, ma dei novanta nulla osta richiesti dagli studenti per cambiare scuola lo scorso anno: si tratta di un decimo degli studenti iscritti.

Il racconto dell'ingresso a scuola

"Siamo entrati questa mattina, non c'è stato grande caos: una volta entrati nell'edificio abbiamo calato gli striscioni dell'occupazione alle 7.50, insieme ad una bandiera della Palestina – continua a raccontare – Siamo entrati nell'edificio in tantissimi e tantissime: siamo più di 200 persone. E ora si terrà l'assemblea per discutere dei motivi dell'occupazione. Vogliamo più professori di sostegno, una scuola più inclusiva. Le ragioni sono tante".

Oltre ai motivi interni alla scuola, dall'edilizia al benessere degli e delle studenti, molti motivi sono esterni: "Siamo coscienti di non essere l'unica scuola a provare disagio, le nostre rivendicazioni sono più ampie: vogliamo un nuovo sistema di istruzione pubblica, che i soldi siano destinati alle scuole piuttosto che alla guerra". Ancora in corso le trattative con preside e polizia.

Scuole a pezzi nella capitale

Nel frattempo, mentre gli e le studenti del Pilo Albertelli danno il via a questa occupazione, quelli e quelle del liceo Ripetta hanno organizzato un picchetto davanti all'edificio dopo i due crolli delle finestre avvenuti a poco più di 48 ore l'uno dall'altro. Due vetri si sono staccati dagli infissi e sono crollati in aula. Il primoha colpito un docente e uno studente ad una spalla, il secondo la rappresentante d'istituto.

Con degli striscioni, questa mattina, gli e le studenti in protesta hanno manifestato davanti all'ingresso della scuola: "Abbiamo lasciato passare chi voleva entrare in classe – racconta a Fanpage.it una studentessa del Ripetta – E abbiamo indetto una riunione domani mattina alla prima ora per parlare dio ciò che sta succedendo". Fra l'uno e l'altro, anche al Rossellini è caduta una finestra: fortunatamente oltre quelli materiali non ci sono stati danni.

Tutti insieme scenderanno in piazza il prossimo 17 novembre, in occasione della giornata internazionale dello studente: "Mobilitiamoci in ogni istitutto e costruiamo una grande giornata di lotta il 17 novembre: per una nuova scuola pubblica con la Palestina nel cuore", si legge in una nota di Osa, Opposizione Studentesca d'Alternativa.

Il picchetto organizzato all'ingresso del liceo Ripetta.
Il picchetto organizzato all'ingresso del liceo Ripetta.
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