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Covid 19

Lazio chiede al governo di poter continuare a somministrare richiamo vaccino AstraZeneca a under 60

La Regione Lazio ha chiesto al ministero della Salute l’autorizzazione per effettuare le seconde dosi con AstraZeneca anche sui cittadini under 60, previa firma di un apposito consenso informato. Così l’assessore D’Amato: “Chi consapevolmente informato desidera completare il percorso terapeutico deve poterlo fare senza scaricare la responsabilità su medico”.
A cura di Enrico Tata
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La Regione Lazio ha chiesto ufficialmente al governo di poter somministrare, in alcuni casi, la seconda dose del vaccino AstraZeneca anche a cittadini under 60. Come noto il ministero della Salute, con una circolare datata 11 giugno, ha vietato l'utilizzo di questo vaccino per i richiami delle persone con meno di 60 anni. Non sono previste eccezioni. Tuttavia l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, rende noto che ci sono alcuni cittadini che, "in maniera consapevole e informata chiedono di completare il percorso vaccinale per l’immunizzazione con il medesimo vaccino, ovvero AstraZeneca". Per questa quota di persone la Regione ha chiesto al Ministero della Salute "di dare un parere riguardo a uno specifico consenso informato affinché possa decidere il medico in scienza e coscienza, poiché è importante per raggiungere l’immunizzazione che siano completati i percorsi vaccinali. Nessuno deve rimanere indietro con il richiamo soprattutto di fronte all’insorgenza delle varianti". Così si legge in una nota diffusa dall'Unità di Crisi della Regione Lazio. In altre parole la richiesta di D'Amato è quella di permettere ai medici di effettuare i richiami con AstraZeneca in alcuni casi particolari, previa la firma del paziente di uno specifico consenso informato.

D'Amato: "Chi desidera completare percorso con AstraZeneca deve poterlo fare"

In una lettera al Foglio e in un'intervista al Messaggero, D'Amato aveva anticipato l'invio di questa richiesta al ministero: "Per la seconda dose di AstraZeneca richiederemo il consenso informato ai vaccinandi che vogliono come ultima dose lo stesso siero. È inutile fare il solito balletto di responsabilità tra Stato centrale e organizzazioni territoriali: è il momento di fare squadra. Chi consapevolmente informato desidera completare il percorso terapeutico deve poterlo fare senza scaricare la responsabilità su medico. Decide chi cura".

E ancora:

Occorre non imporre ma spiegare, serve per la sicurezza del paziente e per la responsabilità del medico. È difficile obbligare a fare un richiamo diverso, bisogna parlare, spiegare, convincere e se al termine il cittadino consapevole vuole completare il percorso con il medesimo farmaco ha il diritto di poterlo richiedere, come di recente ha dichiarato anche il padre della farmacologia italiana Silvio Garattini.

La circolare del Ministero della Salute sui richiami AstraZeneca

La circolare del Ministero della Salute firmata da Gianni Rezza, Direttore generale della Prevenzione, vieta l'utilizzo del vaccino AstraZeneca per i richiami dei cittadini Under 60 a cui è stata somministrata la prima dose con questo farmaco. Così si legge sul documento, basato sul parere fornito dal Comitato tecnico scientifico: "Il vaccino Vaxzevria viene somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni (ciclo completo). Per persone che hanno ricevuto la prima dose di tale vaccino e sono al di sotto dei 60 anni di età, il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA", Pfizer o Moderna, "da somministrare ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose". In altre parole deve essere effettuata una vaccinazione eterologa, cioè la somministrazione della prima dose con un vaccino (in questo caso AstraZeneca) e il richiamo con un altro vaccino (Pfizer o Moderna).

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