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Lavori senza autorizzazioni, truffa sul Superbonus, autoriciclaggio: tutte le accuse al sindaco di Nemi Bertucci

Il sindaco di Nemi Alberto Bertucci rischia il processo per i presunti abusi edilizi nei lavori di ristrutturazione di un immobile di proprietà suo e della moglie nel Comune dei Castelli Romani. I pm accusano il primo cittadino anche di aver presentato documenti falsi per avere il Superbonus e di aver provato a occultare i 447mila euro ottenuti grazie alla truffa.
A cura di Marco Billeci
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Abusi edilizi, violazione delle norme paesaggistiche e antisismiche, truffa aggravata, autoriciclaggio. Sono pesantissime le accuse contro della procura di Velletri contro il sindaco di Nemi Alberto Bertucci, nell'indagine sulla ristrutturazione di un immobile di proprietà del primo cittadino e della moglie nel cuore del paese dei Castelli Romani. Dall'avviso di conclusione delle indagini firmato dai pm – che Fanpage.it ha potuto visionare – emergono i dettagli sulla vicenda.

In totale gli indagati sono sei, a vario titolo. Oltre ai coniugi Bertucci, ci sono il responsabile della società che ha condotto il restauro e il direttore dei lavori. A tutti loro è contestato in concorso il reato di abusi edilizi per la realizzazione nell'immobile di un terrazzo a vasca di 6 metri quadri, senza il necessario il titolo abilitativo.

A questo si aggiunge una variazione dell'inclinazione delle falde del tetto, che avrebbe conseguentemente portato all'innalzamento dell'edificio di oltre due metri e la realizzazione di un solaio non previsto dal progetto originario. Opere effettuate senza le necessarie autorizzazioni, in una zona sismica e soggetta a vincolo paesaggistico. L'immobile oggetto dell'indagine da marzo scorso è stato posto sotto sequestro dall'autorità giudiziaria.

La truffa del Superbonus

C'è poi la questione della presunta truffa ai danni dello stato, per ottenere i fondi del Superbonus. Gli indagati avrebbero infatti prima presentato un verbale di assemblea condominiale irregolare – perché creato senza la partecipazione degli altri condomini dello stabile – per autorizzare i lavori nelle parti comuni. E poi avrebbero consegnato documentazione che attestava falsamente il completamento di lavori, in parte invece mai del tutto eseguiti. In questo modo avrebbero percepito indebitamente crediti d'imposta pari a oltre 447mila euro.

Al sindaco Bertucci e alla moglie, i pm contestano anche il reato di autoriciclaggio. I due infatti avrebbero messo in atto una serie di trasferimenti e investimenti del denaro, ricavato dalla presunta truffa sul Superbonus, in modo da provare a ostacolarne l'identificazione e il seguente sequestro, che poi è stato effettuato da parte della Guardia di Finanza.

Tra gli indagati ci sono anche due tecnici dell'ufficio urbanistica del Comune di Nemi. I due sono accusati di falso ideologico commesso da pubblici ufficiali in atto pubblico perché – a seguito di un accertamento sui lavori nell'immobile – hanno firmato una relazione in cui si affermava tra l'altro che "non c'erano elementi di difformità edilizia, urbanistica e paesaggistica" e non si rilevava l'assenza delle autorizzazioni sismiche. Va notato peraltro che i due tecnici dipendono direttamente dal primo cittadino di Nemi, che detiene anche le deleghe all'urbanistica.

Il prossimo 16 aprile si terrà l'udienza preliminare, dove il giudice dovrà decidere se mandare a processo gli indagati e per quali reati. Le opposizioni nel Consiglio Comunale  chiedono da tempo le dimissioni di Bertucci, giunto al terzo mandato alla guida del paese dei Castelli Romani. Ma il sindaco ha sempre respinto le accuse, dicendosi sicuro che tutto si concluderà con un nulla di fatto.

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