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La vera storia del prof e del tema anti Israele raccontata dagli studenti del liceo Righi di Roma

Secondo gli studenti della classe finita al centro del ciclone il prof di storia e filosofia “non ha mai assegnato un tema per commentare le posizioni di un compagno di classe italo-istraeliano”. Ma per diversi genitori i metodi d’insegnamento del docente sarebbero quantomeno da rivedere.
A cura di Valerio Renzi
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Si sono riuniti oggi per discutere di come la loro classe è finita sui giornali. Sono gli studenti di una classe del Liceo Righi il cui professore di Storia e Filosofia, nelle ore di educazione civica, ha scelto di dedicare molto tempo al conflitto tra Israele e Hamas e alla questione israelo-palestinese, senza nascondere come cosa pensasse in merito.

Un programma fitto in classe e a casa, in cui troviamo la visione della "Sequenza del fiore di carta" di Pier Paolo Pasolini, la lettura dei documenti di Amnesty International sull'apartheid nel contesto dello stato di Israele e dei territori occupati. E poi la visione e la discussione del famoso discorso di Bettino Craxi in parlamento sulla questione palestinese e dell'intervento dell'ex ambasciatore di Israele in tv che dice di voler "distruggere Gaza"; una lezione sulle origini e la storia del sionismo, la differenza tra sionismo e antisemitismo e altri momenti ancora di discussione.

Un programma troppo schierato? Secondo alcuni genitori senza dubbio sì. Secondo gli studenti invece la classe si è trovata coinvolta in una "strumentalizzazione", senza essere "consultata" nel momento in cui la vicenda finiva sui giornali (e solo i genitori, i docenti e le famiglie avevano accesso alle informazioni rese pubbliche). L'attenzione sulla vicenda arriva dalla presenza in classe di uno studente italo – israeliano, che avrebbe faticato a trovare spazio per le sue opinioni nel confronto con il docente. Da qui l'interessamento disciplinare dell'Ufficio Scolastico Regionale dopo le lamentele della famiglia, preoccupata che il ragazzo si sentisse sotto pressione.

Sui giornali che raccontano la vicenda si insiste in particolare su una circostanza: il professore avrebbe chiesto alla classe di scrivere un tema, confutando le posizioni del compagno di classe commentandole alla luce di quanto appreso, assimilando gli interventi dello studente a "le ragioni di Israele". Rispetto a questo i ragazzi parlano "dell'inesistenza del tema scritto assegnato dal professore". Quello che invece è accaduto è che sul registro elettronico, una sorta di diario di bordo delle attività in classe per chi non ha più dimestichezza con quanto avviene in aula, il docente ha riportato la discussione della posizione del giovane, spiegando che si trattava di uno studente "italo israeliano". Una circostanza problematica ma che sarebbe già "stata chiarita con il docente".

Infine quello che preme di più ai compagni di classe in questo momento sottolineare è che al di là di tutto, il ragazzo (minorenne) è "scosso per essersi ritrovato da un giorno all’altro sulla bocca di un intero paese", e che il "docente non ha assunto comportamenti lesivi della dignità della persona e dunque non ha violato il codice disciplinare dell’istituto". Insomma, una normale dialettica interna a una scuola.

Intanto il professore oggi sulle pagine del quotidiano la Repubblica, non sembra troppo preoccupato delle reazioni disciplinari, mentre i suoi studenti tutto sommato sembrano difenderlo: "Io, prendendo spunto da analisi storiche, dico che il problema di fondo del conflitto è l’occupazione: Israele si comporta da potenza colonizzatrice. Lo studente si sente scosso? Anche io, perché c’è un genocidio in atto".

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