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La storia di Vanessa che ha rapito suo figlio per salvarlo dagli abusi del padre

Fanpage.it racconta la storia di Vanessa, che ha sequestrato suo figlio per proteggerlo dal padre. Dopo la sua denuncia il giudice le ha tolto la resoinsabilità genitoriale affidandolo esclusivamente a lui. Grazie alla Fondazione Pangea la donna è riuscita a riquisirla e la testimonianza del minore è stata considerata attendibile.
A cura di Alessia Rabbai
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Vanessa ha riottenuto la responsabilità genitoriale di suo figlio grazie alla Fondazione Pangea e da dieci anni sta affrontando una battaglia giudiziaria per proteggere il minore dagli abusi del padre. Una rete costruita intorno alle vittime di violenza che si occupa dell'assistenza psicologica e legale. Dopo aver denunciato il marito per abuso sessuale il tribunale civile ha affidato il piccolo esclusivamente al padre. "Mio figlio ha iniziato a farmi racconti particolari, mi diceva che il papà gli tirava il pisellino forte forte, che ballava nudo sul letto con un amico, che lo costringeva a toccarlo – ha raccontato Vanessa a Fanpage.it – Presi mio figlio e me lo portai via, sequestrandolo, sottraendolo a quanto era stato disposto dal giudice ma anche a suo padre, che mi denunciò per sottrazione di minore. Ho dovuto proteggerlo".

"Dove la violenza fisica non è evidente, un maltrattamento che comprende le violenze psicologiche è difficile proteggere le vittime – spiega Cristiana Coviello avvocato della rete Reama della Fondazione Pangea – I bambini che subiscono violenza psicologica sono molto più nascosti all'interno dell'ordinamento giuridico e quindi spesso senza tutele. Simona Lanzon vicepresidente della Fondazione Pangea: "Ancora oggi c'è una scissione tra ciò che vivono le donne e i loro figli, sia per l'opinione pubblica, che quando le donne vengono difese in tribunale, purtroppo ancora oggi ci sono delle forti restistenze. Chi si occupa di protezione dei minori spesso non conosce i meccanismi della violenza". Nel giro di un anno grazie al lavoro della fondazione la situazione si è capovolta e la madre ha ottenuto un'audizione davanti al tribunale dei minori, riacquisendo la responsabilità genitoriale e ottenendo l'affido condiviso. Il bambino è stato ascoltato all'età di undici anni  da un giudice psicologo che lo ha ritenuto attendibile.

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