La storia di Giorgio, venuto in Italia per lavorare e morto senza casa nelle strade di San Lorenzo
Si è accasciato in terra molto probabilmente per un malore causato dal forte caldo, perdendo conoscenza sin da subito. Così è morto Jenzy, Giorgio come lo chiamavano, un uomo senza fissa dimora conosciuto da tutti nella zona tra Termini e San Lorenzo. Sessantuno anni, carattere gioviale, dormiva alla Caritas di via Marsala, mentre il giorno lo passava al parco dei Caduti, sorridendo alle persone e facendo ogni tanto quattro chiacchiere. Giorgio era venuto in Italia anni fa dalla Polonia per lavorare: le cose non erano però andate come previsto e, nel giro di qualche tempo, era finito in strada, senza un impiego e senza una casa. È morto martedì pomeriggio verso le 18 in via Tiburtina, vicino al punto in cui era solito passare i suoi giorni. Sul posto è giunta la polizia locale, mentre gli operatori del 118 hanno provato a rianimarlo varie volte, ma senza successo: Giorgio era ormai già morto, stroncato da un arresto cardiaco. Il quartiere è sotto shock, così come i volontari di Sant'Egidio che lo conoscevano bene e si occupavano di lui. E sono sempre loro che si faranno carico del suo funerale, nel caso la sua famiglia d'origine fosse d'accordo o se non si riuscisse a risalire ai suoi parenti in Polonia.
"Conoscevamo bene Giorgio – spiega a Fanpage.it Massimiliano Signifredi, coordinatore delle cene itineranti della Comunità di Sant'Egidio – Era un tipo solitario ma gioviale, e non ha mai dato fastidio a nessuno. Non aveva bisogno di molto, la notte dormiva a via Marsala e di giorno si spostava vicino al parco dei Caduti a San Lorenzo. Purtroppo l'estate è pericolosa come l'inverno, le persone senza fissa dimora non si possono proteggere in modo adeguato e i loro ripari di fortuna spesso diventano delle trappole. Con queste temperature sudano molto e non sentono la sete, arrivando a disidratarsi. Spesso non se ne accorgono ed è molto pericoloso". C'è poi un altro tema: spesso chi vive in strada non sa di avere delle malattie, cosa che rende la loro situazione ancora più fragile e complessa. "Spesso veniamo a sapere delle loro patologie quando li ospitiamo nelle case – continua Massimiliano – Quando trovano accoglienza nella Chiesa del Buon Pastore cessa la prima emergenza che per loro è quella di non avere un letto e si rendono conto delle altre emergenze, come quelle che riguardano la loro salute".
Il funerale di Giorgio si svolgerà nei prossimi giorni, non si sa ancora se in Italia o in Polonia. La Comunità di Sant'Egidio è in contatto con l'ambasciata, e sta aspettando di sapere se la famiglia dell'uomo sia stata rintracciata o meno. "Ci faremo carico dei funerali nel caso ce ne sia bisogno – aggiunge Massimiliano – Abbiamo una convenzione con il Comune di Roma che ci permette di seppellire queste persone nell'ala di Prima Porta dedicata ai poveri. Se la famiglia non si dovesse fare viva e la salma non sarà riportata in Polonia, ci occuperemo noi di dargli degna sepoltura".