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La professoressa che ha insultato la studentessa con la pancia scoperta: “Non mi scuso”

A riferire la frase della docente sono stati gli studenti del liceo Righi, ascoltati oggi durante un’audizione chiesta dalla Regione Lazio.
A cura di Natascia Grbic
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"Sono dispiaciuta per la frase infelice ma non ritengo di dovermi scusare". Questo avrebbe detto la professoressa agli studenti del Righi che le hanno chiesto spiegazioni sulle offese rivolte alla loro compagna di scuola, rimproverata per la pancia scoperta. Lo hanno rivelato oggi i ragazzi durante un'audizione che si è tenuta presso la Regione Lazio e che ha visto presenti, oltre ai consiglieri regionali, anche la dirigenza scolastica e i rappresentanti degli studenti del liceo Righi. Soprattutto la dirigenza scolastica, secondo quanto appreso da Fanpage.it, avrebbe espresso ‘forte imbarazzo‘ sul clamore mediatico che ha avuto la vicenda, mantenendo un atteggiamento piuttosto sulla difensiva rispetto alle tesi avanzate dai ragazzi.

"Nelle polemiche intorno alla frase pronunciata dalla professoressa del liceo Righi nei confronti della studentessa trovata a girare un video a pancia scoperta in classe durante un’ora di buco, ‘Non sei sulla Salaria', continuano a mancare all’appello le scuse anche all’altra metà del cielo di questa storia: le donne che sulla Salaria esercitano una professione spesso loro malgrado, sfruttate e in stato di necessità". Lo ha dichiarato al termine dell'audizione la capogruppo della Lista Civica Zingaretti alla Regione Lazio e componente della IX commissione Marta Bonafoni. "Abbiamo ascoltato dalle parole mature e responsabili della rappresentanza studentesca la richiesta di percorsi scolastici contro il sessismo e di approfondimento sull’educazione all’affettività, di una informazione corretta che approfondisca più che cavalcare un titolo clamoroso e frettoloso, di istituzioni vicine ai loro bisogni sempre e non solo in presenza di ‘una notizia'. Mi auguro dunque che il percorso di approfondimento scaturito dopo il grave episodio comprenda non solo la considerazione dell’insulto alla ragazza ma anche alle altre persone offese in quella frase. Il fatto stesso che la docente si sia limitata a riprendere lei e non anche il suo compagno di scuola conferma uno stereotipo purtroppo tanto diffuso, persino nelle istituzioni, che ancora tendono a criminalizzare chi si prostituisce anziché volgere decisamente lo sguardo verso sfruttatori e clienti".

"Episodi come quello del liceo Righi sono sintomatici di un malessere che il mondo della scuola sta vivendo e che dobbiamo essere attenti a riconoscere e intercettare. Dobbiamo stare molto attenti a non rompere l’equilibrio tra corpo studentesco, docenti e dirigenti scolastici, istituzioni e comunicazione, ma anzi da questa preziosa alleanza trovare la forza per continuare a costruire ogni giorno, ognuno per le sue competenze, una scuola sempre più inclusiva e accessibile", ha dichiarato la presidente della IX Commissione, Eleonora Mattia. "Le aule devono essere luoghi sicuri in cui si coltiva la cultura del rispetto e della non violenza, il che significa rimettere al centro la dignità della scuola come fondamentale agenzia educativa. È significativa la risposta e la maturità dimostrata dal collettivo e da tutte le studentesse e gli studenti dell’Istituto che hanno reagito a un episodio infelice e inaccettabile, innescando un ragionamento complessivo sugli stereotipi sessisti dentro la comunità scolastica".

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