La madre di Matteo, in coma per una ferita alla testa: “Quartiere omertoso, vogliamo più controlli”

"Lasciare un figlio che esce il pomeriggio con gli amici e non vederlo tornare, sapere che gli hanno rotto la testa e lasciato in un lago di sangue, la macchia è ancora lì sulla strada… queste cose non devono accadere più a nessuno". A parlare è Simona Arcangeli, la madre di Matteo Valentini, il ragazzo trovato privo di conoscenza in strada a Colli Aniene la notte dell'8 aprile. La famiglia e gli amici hanno organizzato una manifestazione nel luogo in cui il 19enne è stato rinvenuto, per lanciare ancora il proprio appello: chi ha visto o chi sa qualcosa, si faccia avanti. "Matteo è il figlio di tutti, gli amici sono persone educate e gentili – continua la madre – Tutti pensano che questo quartiere sia un'oasi felice, ma non è vero. Non c'è nessuna telecamera, nessun controllo, nessuno che si è affacciato dal palazzo. Non è possibile che nessuno abbia sentito le grida. Matteo ha una voce possente, chi sa qualcosa vada alla polizia. Queste bestie non devono rimanere impunite".

Insieme alla madre di Matteo Valentini ci sono anche gli amici. Erano con lui la sera in cui è stato trovato per terra con una vistosa ferita alla testa. Il 19enne ha deciso di andare a casa poco dopo l'una. All'1.15 ha mandato un messaggio a un'amica, All'1.22 la prima chiamata al 118 che segnalava la presenza di un ragazzo privo di sensi riverso in una pozza di sangue. "I ragazzi di questo quartiere non possono non essere sicuri di tornare a casa – continua Simona – L'omertà non deve esserci, e le istituzioni devono tutelarci, altrimenti dovremmo pensarci da noi. Non si può e non si deve vivere nella paura, non si può aver paura di girare in strada. Deve esserci più controllo".

Matteo è ricoverato al reperto DEA del Policlinico Umberto I di Roma. È in coma ma in prognosi riservata, le sue condizioni sono stabili e non è escluso che possa svegliarsi nei prossimi giorni. Cosa è accaduto ancora non si sa. Le ipotesi sono due: o Matteo è stato aggredito da qualcuno che poi è fuggito, o è stato investito da una macchina. La famiglia ha lanciato un appello per cercare chi l'ha soccorso per primo: si tratterebbe di un tassista, che ha chiamato il 118 all'1.22 per segnalare il ragazzo riverso a terra.