La commemorazione ad Amatrice 9 anni dopo il terremoto, il sindaco: “Ci sono ancora risposte da dare”

Nove anni fa, alle 3:36 del 24 agosto 2016, un terremoto di magnitudo 6.0 della scala Richter devastò il Centro Italia. Paesi come Accumoli, Arquata del Tronto e i territori della valle e dei monti Sibillini crollarono in seguito anche alle forti repliche che si ripeterono nei mesi successivi. Il più colpito, però, fu Amatrice (in provincia di Rieti) dove si contarono 239 delle 299 vittime complessive dello sciame sismico. Per la prima volta da allora, la cerimonia di commemorazione si è svolta senza politici e senza rappresentati delle istituzioni per volere del sindaco, Giorgio Cortellesi, e della sua giunta: "Vogliamo ribadire il ruolo privato del dolore e per dare un segno politico a fronte di tante promesse non mantenute".
Il Comune di Amatrice ha proclamato per oggi, 24 agosto 2025, il lutto cittadino e ha iniziato le commemorazioni alle 1:30 della notte. Una fiaccolata ha attraversato il centro storico dall'Auditorium della Laga fino al monumento alle vittime eretto nel parco Don Minozzi, dove proprio alle 3:36 è iniziata la lettura dei nomi delle vittime del terremoto del 2016 sotto i rintocchi della campana. Dopo la deposizione delle corone di fiori, alle 11 è iniziata la mesa al palazzetto dello sport officiata dal vescovo di Rieti, Vito Piccinonna. "Non serve un invito per venire ad Amatrice, per far sentire la presenza", ha dichiarato il sindaco Cortellesi: "Ci sono ancora risposte da dare. È stato fatto molto, ma bisogna dare un segnale maggiore alla popolazione che ha difficoltà a tornare alla normalità".
Rocca: "L'ospedale di Amatrice simbolo di rinascita"
"Oggi il dolore resta vivo, ma altrettanto viva è la forza straordinaria delle comunità che non hanno mai smesso di credere nel futuro. Stiamo accelerando con determinazione, cercando di recuperare il tempo perduto, a partire dall’ospedale di Amatrice, cuore pulsante di un territorio che deve tornare a vivere", ha dichiarato Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio: "La ricostruzione non è semplice, ma l’ospedale rappresenta un segnale concreto, un simbolo di rinascita, che si affianca ai tanti cantieri aperti, alle case che tornano ad accogliere famiglie, alle piazze che ricominciano a riempirsi di voci".
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, invece, ha inviato una lettera al Messaggero: "Nel nono anniversario di quella drammatica notte vogliamo ricordare chi non c'è più e stringerci ancora una volta ai familiari delle vittime rinnovando il nostro ringraziamento a tutti i soccorritori. L'Italia non dimenticherà mai il loro eroismo. Oggi il cratere sismico è il più grande cantiere d'Europa e in questo cantiere non si stanno ricostruendo solo le case, gli edifici pubblici, le chiese e le fabbriche. Si sta ricostruendo anche la vita di un'intera comunità travolta da un evento che ha cambiato per sempre il volto di borghi, città e territori", ha scritto la premier.
"Dare sostegno, coraggio, speranza a migliaia di persone non fu facile ma subito, attraverso il lavoro di volontarie e volontari, cercammo di far capire a chiunque stesse soffrendo a causa degli effetti del sisma che non avremmo lasciato solo nessuno", ha affermato Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa italiana: "A distanza di nove anni, il nostro impegno è più che mai tangibile. Possiamo dire, con orgoglio, di aver tenuto fede al nostro impegno con la popolazione: c'eravamo, ci siamo e ci saremo".