Il traffico delle giovani colombiane: In Italia con false promesse, costrette a prostituirsi e a vendere droga

Un’organizzazione criminale gestiva un giro di prostituzione di giovani colombiane a Roma. Attraverso siti d’incontri venivano scelte dai clienti ai quali vendevano anche la droga. I carabinieri hanno arrestato undici persone.
A cura di Alessia Rabbai
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Reclutavano giovani che facevano arrivare dalla Colombia in Italia con la promessa di una carriera, le costringevano a prostituirsi. Per pagarsi vitto e alloggio dovevano anche vendere droga ai clienti con i quali avevano rapporti sessuali. È un sistema venuto alla luce al termine di una complessa attività d'indagine dei carabinieri della Compagnia di Roma Centro, coordinati dalla  Procura della Repubblica, dipartimento "Criminalità diffusa e grave".

Il bilancio dell'operazione è di fermo di indiziato di delitto nei confronti di undici persone, cittadini colombiani, gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al reclutamento transnazionale, induzione e sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Tutti si trovano nelle case circondariali di Roma Regina Coeli e Rebibbia e nel carcere di Napoli-Secondigliano. I giudici delle indagini preliminari dei Tribunali di Roma, Tivoli e di Torre Annunziata, durante l'udienza di convalida, hanno emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, tranne per una donna madre di un bambino piccolo, che ha ricevuto la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

In Italia dalla Colombia con la promessa di soldi facili

Parte della droga sequestrata
Parte della droga sequestrata

Le indagini risalgono al periodo compreso tra aprile e agosto scorsi e hanno permesso di portare alla luce un’organizzazione criminale composta esclusivamente da cittadini colombiani. Ognuno con il proprio ruolo e incarico, avevano messo a punto un collaudato sistema di reclutamento di giovanissime connazionali. Le facevano arrivare in Italia dalla Colombia. Ma dietro alla promessa di soldi facili c'era la prostituzione. Le giovani erano costrette ad intrattenere rapporti sessuali con i clienti, ai quali dovevano anche vendere sostanze stupefacenti, tra le quali la cocaina rosa. I guadagni serivivano a ripagarsi le spese di vitto e alloggio per stare a Roma. Le giovani infatti vivevano nel quadrante Est della Capitale all'interno di case-dormitorio.

Come funzionava l'attività di prostituzione "porta a porta"

Al vertice c'era un uomo che con sua moglie e sua cognata avrebbe amministrato una fitta rete di drivers, autisti, accompagnatori e "protettori", coordinati da una vera e propria centrale operativa h24 per curare ogni fase dell’attività di prostituzione. Attività che avveniva "porta-a-porta", dalla fissazione degli appuntamenti all’accompagnamento delle ragazze presso hotel, ville e abitazioni private, anche fuori dal Lazio. Le ragazze venivano scelte dai clienti attraverso siti d'incontri gestiti dal centralino, avevano turni e riposo settimanale.

I bonifici delle prestazioni sessuali dei clienti arrivavano direttamente sull'Iban del dominus. Le giovani inoltre venivano istruite a ingoiare la droga nel caso in cui arrivassero le forze dell'ordine, ciò metteva a serio rischio la loro vita. Nel corso dell'indagine, tre persone sono state arrestate in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e altre cinque sono state denunciate, sequestrando quantitativi di marijuana, cocaina e cocaina rosa. I carabinieri hanno inoltre sequestrato passaporti e droga.

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