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Il racket dei ‘bancarellari’ a Roma: venti indagati, contestata anche l’aggravante mafiosa

Un imprenditore, Augusto P., avrebbe imposto la propria volontà sugli ambulanti e avrebbe vessato chi cercava di opporsi alla sua volontà. In alcune occasioni avrebbe chiesto quello che gli inquirenti hanno definito un vero e proprio pizzo agli altri ‘bancarelllari’. Sul registro degli indagati ci sono circa venti persone.
A cura di Enrico Tata
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Da Prati, via Cola di Rienzo, a piazza Vittorio Emanuele all'Esquilino, dalle bancarelle dell'Eur a quelle di Roma nord. Secondo quanto ricostruito dalla procura di Roma le zone più ambite dello shopping romano erano gestite, per quanto riguarda la presenza degli ambulanti, da una vera e propria cricca. C'era chi decideva, in sostanza, chi poteva lavorare dove e chi non poteva neanche pensare di avvicinarsi a uno stallo ambito. Un imprenditore, Augusto P., avrebbe imposto la propria volontà sugli ambulanti e avrebbe vessato chi cercava di opporsi alla sua volontà. In alcune occasioni avrebbe chiesto quello che gli inquirenti hanno definito un vero e proprio pizzo agli altri ‘bancarelllari'. Sul registro degli indagati ci sono circa venti persone e le accuse vanno dalla concorrenza sleale alle minacce fino all'associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso. Tra i presunti colpevoli anche due finanzieri, che in cambio di favori avrebbero evitato di fare controlli sulle bancarelle. Per la gravità delle accuse la procura aveva chiesto misure cautelari per alcuni degli indagati, ma il gip ha respinto la richiesta (a sua volta il pm ha fatto appello al tribunale del Riesame).

Le indagini: l'imprenditore accusato già a processo

Secondo quanto accertato dai carabinieri dell'Eur, l'imprenditore avrebbe preteso soldi e favori dagli altri ambulanti in cambio di concessioni. Nei confronti dei vigili, inoltre, aveva intrapreso una vera e propria battaglia: li avrebbe minacciati, insultati e si sarebbe inventato anche false accuse di corruzione, ma i caschi bianchi sono riusciti a dimostrare la loro estraneità ai fatti. Il commerciante, tra l'altro è già a processo per un'altra vicenda insieme a tredici persone, tra cui due funzionari di Roma Capitale, accusati di averlo favorito.

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